Istat - le rinnovabili coprono il 20,5% dei consumi elettrici

Data pubblicazione: Feb 01, 2011 5:11:56 PM

Nel 2009 in Italia la quota del consumo interno lordo di energia elettrica coperta da fonti rinnovabili è pari al 20,5% con un incremento del 3,9% rispetto all’anno precedente. 

Il dato emerge dall’ampio rapporto “Noi Italia. 100 statistiche per capire il Paese in cui viviamo”- redatto dall’Istat per offrire un quadro d'insieme dei diversi aspetti economici, sociali, demografici e ambientali del nostro Paese, fotografando anche i consumi di energia elettrica da fonti rinnovabili.

Secondo il dossier ISTAT, la Penisola ha un fabbisogno elettrico annuo di 4.908,5 kilowattora per abitante stimati nel 2009, a fronte di una media di 5.725 per l'Europa a 27: un valore più basso della media degli stati europei, ma che ha fatto registrare una crescita rispetto all'anno precedente per quanto riguarda il comparto domestico e il terziario, mentre sono calati i consumi del settore industriale.

I consumi contenuti, insieme alla crescita degli impianti per la produzione di energia da fonti verdi, fanno sì che le rinnovabili coprano il 20,5% della bolletta elettrica nazionale, con una crescita di 3,9 punti percentuali nel 2009 rispetto all'anno precedente.

Il confronto con i dati europei, aggiornati al 2008, mostra per l’Italia un valore (16,6%) sostanzialmentein linea con la media Ue27, pari a 16,7%. Rispetto ai Paesi di più grande dimensione la Penisola si colloca leggermente al di sotto della Spagna e al di sopra di Germania, Francia e Regno Unito.

Gli Stati con valori molto superiori al 50% di consumi di energia elettrica generata da fonti rinnovabili sono Austria e Svezia; segue la Lettonia con il 41,2%. Tra i Paesi che sfruttano meno questo tipo di energia figurano invece Cipro, Estonia, Lussemburgo e Polonia, con quote inferiori al 4,5%.

L’analisi della dinamica di sviluppo nelle singole regioni fa registrare una produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili in quantità superiore alla richiesta interna per Valle d’Aosta e Trentino-Alto Adige. Le altre regioni del Nord, nel 2009, presentano valori sempre al di sotto del 18%, eccetto il Piemonte (28,7%) e il Friuli-Venezia Giulia (23,4%).

Nel Centro i valori più consistenti si registrano in Toscana e Umbria (rispettivamente 30,1 e 26,3 per cento), il più basso nel Lazio (5,9%). Nel Mezzogiorno si segnalano, tra le regioni con i valori più elevati, la Calabria con il 44,7%, il Molise con il 42% e l’Abruzzo con il 36%. In queste regioni si è avuto un significativo sviluppo soprattutto della fonte idrica e di quella eolica tra il 2008 e il 2009.

Oltre al Lazio, i valori più bassi si trovano in Liguria (5,4%), la Sicilia (7,3%) e l’Emilia-Romagna (9,1%); seguono Marche, Campania e Sardegna con valori inferiori all’11,5%. La distribuzione sul territorio nazionale delle fonti rinnovabili nella generazione elettrica mette in luce la prevalenza dell’apporto idrico nelle regioni montuose e della fonte eolica nel Mezzogiorno. Si segnala, invece, una sostanziale uniformità in tutta Italia nello sviluppo della produzione elettrica con biomasse, mentre la Toscana è l’unica regione che produce energia geotermica.