Nautica sostenibile, a Pisa Energia pulita con la barca a idrogeno

Data pubblicazione: Nov 02, 2009 8:15:37 AM

Il progetto di cui parliamo nasce da un'accordo di sviluppo tra Università e Navicelli spa per le soluzioni dedicate alle imbarcazioni da diporto. La Navicelli spa ha messo a disposizione del centro di ricerche la nave "Alga", 36 metri, che era stata abbandonata e che diventerà un vero e proprio laboratorio per la sperimentazione sull'idrogeno e sulle altre forme di propulsione. L'obiettivo è quello di  ottenere il miglioramento delle prestazioni e la diminuzione dei consumi delle imbarcazioni, conun impatto ambientale pari a zero.

PISA. L'Università e Navicelli spa si sono messi insieme per un progetto sulle imbarcazioni da diporto alimentate a idrogeno, con l'obiettivo di aumentare i servizi ausiliari di bordo e a favore di una nautica sostenibile. Tra le varie fonti di energia rinnovabili l'idrogeno è al centro di molti studi in Italia e all'estero, in quanto ritenuto idoneo per il settore nautico. A Pisa il progetto Filiera idrogeno applicato al mondo della nautica è nato dalla collaborazione tra il professor Romano Giglioli del dipartimento di sistemi elettrici e automazione della facoltà di ingegneria dell'università di Pisa e l'area ricerca e sviluppo interna dello Yachting Lab Navicelli. Lo studio sarà presentato al Salone nautico internazionale di Genova il prossimo 9 ottobre.

«Il nostro progetto sull'applicazione dell'idrogeno nella nautica - ha detto il presidente della Navicelli spa Giovandomenico Caridi - si distingue da tutti gli altri perché è più completo, in quanto parte dai sistemi ausiliari per arrivare ai sistemi propulsivi. Una soluzione ideale, ma che necessiterà di molto tempo. Per il progetto la Navicelli spa ha messo a disposizione la nave "Alga" di 36 metri, che era stata abbandonata nella nostra area e che diventerà un vero e proprio laboratorio per la sperimentazione sull'idrogeno e sulle altre forme di propulsione, per ottenere anche il miglioramento delle prestazioni e la diminuzione dei consumi delle imbarcazioni. Il progetto Filiera Idrogeno - prosegue il presidente Caridi - ha un finanziamento complessivo di 10 milioni di euro, derivanti dallo stanziamento di 5 milioni e mezzo di euro previsti dall'accordo di programma tra il ministero della ricerca e la Regione Toscana e da altri bandi del programma di attività di ricerca dell'università, ma anche delle aziende». 

L'applicazione dell'idrogeno viene definita promettente per migliorare il confort di bordo della navigazione da diporto: è silenziosa e consente una maggiore quantità di accumulo energetico disponibile. «Stiamo indirizzando la ricerca e lo sviluppo - ha spiegato il prof. Romano Giglioli del dipartimento di sistemi elettrici e automazione della facoltà di ingegneria dell'università di Pisa - nei settori che possono avere una ricaduta industriale nel medio periodo, ma anche a breve termine. La creazione di veicoli ibridi a combustione elettrica alimentati da idrogeno ha il grande vantaggio di diminuire l'inquinamento locale dei gas di scarico e siamo impegnati nello studio della produzione di questo tipo di energia senza dover spendere troppo. Nel settore nautico i prodotti sono essenzialmente di lusso, per cui è giusto migliorare la qualità della vita a bordo, ma anche cominciare a salvaguardare l'ambiente».

Idrogeno. Il termine deriva dal greco antico e significa generare acqua. E' l'elemento più leggero e più abbondante di tutto l'universo ed è presente nell'acqua al 11,19% e in tutti i composti organici e organismi viventi. Trova applicazione nella produzione di ammoniaca, nell'idrogenazione degli oli vegetali, in aeronautica (in passato nei dirigibili), come combustibile alternativo e, di recente, come riserva di energia nelle pile a combustibile.

Progetto Filiera Idrogeno nella nautica. Il sistema per l'alimentazione di carichi ausiliari, denominato "Auxiliary power unit", è un accumulatore elettrochimico in cui l'idrogeno è il vettore di accumulo dell'energia. La fase di produzione avviene di giorno in coincidenza con la massima potenza richiesta ai generatori primi a combustione interna per la conversione. La fase di utilizzazione è invece possibile di notte, quando l'idrogeno accumulato viene utilizzato in un sistema di generazione elettrica a celle a combustibile per alimentare i servizi di bordo. Si può così evitare il funzionamento dei motori a combustione interna e i conseguenti rumori e vibrazioni.

Lo studio. Il progetto riguarda la produzione di idrogeno mediante elettrolizzatore, un generatore di idrogeno e ossigeno a gas separati, il sistema di accumulo dei gas in tre fasi e la produzione di energia elettrica mediante sistema a celle a combustibile, che converte idrogeno e ossigeno in energia elettrica attraverso una reazione elettrochimica.