Rifkin boccia l'accordo dei grandi: "È ridicolo, non salverà il pianeta"

Data pubblicazione: Jul 12, 2009 8:29:21 AM

L'economista americano non ha dubbi: servono misure concrete e nuovi impianti puliti

"Dobbiamo lanciare la terza rivoluzione industriale:traguardi sulle industrie da rilanciare"

di ANTONIO CIANCIULLO - da "La Repubblica"

ROMA - "Per mettere d'accordo tutti hanno deciso di andare alla velocità del più lento: così è facile raggiungere un'intesa". Jeremy Rifkin risponde al telefono da Montecarlo, in una pausa dell'incontro con il principe di Monaco che vuole varare un piano per frenare i gas serra. E il giudizio del presidente della Foundation on Economic Trends sul risultato del G8 è secco: "Un accordo ridicolo". 

Eppure è stato fissato il tetto di 2 gradi all'aumento di temperatura del pianeta: finora gli Stati non avevano dato un'indicazione così precisa. 

"D'accordo, ma cosa si deve fare per non superare i 2 gradi? Non basta esprimere un pio desiderio, bisogna prima di tutto capire a che livello di concentrazione di anidride carbonica in atmosfera corrisponde un aumento di 2 gradi e poi organizzare un sistema energetico coerente". 

L'Ipcc ritiene che, per restare entro un aumento di 2 gradi, la concentrazione di anidride carbonica in atmosfera non debba superare le 400 - 450 parti per milione. 

"L'Ipcc è molto cauta e i suoi precedenti rapporti, spesso definiti allarmisti, sono stati superati dai fatti: l'accelerazione del disordine climatico è stata più drammatica di quella prevista. Jim Hansen, uno dei più accreditati climatologi, dopo aver studiato le carote di ghiaccio che raccontano il passaggio da un'era glaciale a una interglaciale, offre un quadro della situazione molto diverso: quando in passato si è mantenuta per un certo periodo una concentrazione di 450 parti per milione di anidride carbonica l'effetto è stato un balzo della temperatura di 6 gradi, non di 2. E un rapido aumento di 6 gradi non è compatibile con il mantenimento della società umana così come noi la conosciamo". 

Secondo Jim Hansen l'obiettivo è portare la concentrazione di anidride carbonica in atmosfera a 350 parti per milione, cioè ridurla rispetto al presente portandola più vicina a quota 280, il livello preindustriale. Questo vorrebbe dire attuare una politica di tagli drastici e immediati che molti considerano incompatibili con lo sviluppo economico.

"Io credo che sia vero l'opposto: l'errore sta nel pensare solo ai tagli delle emissioni che invece dovrebbero essere un effetto secondario di politiche virtuose capaci di rilanciare l'economia, altro che affossarla. Per uscire dalla tre crisi che ci soffocano, quella economica, quella energetica e quella ambientale, non possiamo limitarci a magiare un po' meno della vecchia minestra inquinante: dobbiamo lanciare la terza rivoluzione industriale pensando in positivo, cioè fissando traguardi sulle industrie da rilanciare. Non bisogna dire ai vari paesi quante emissioni tagliare, ma quanti impianti puliti costruire". 

Più industrie e meno emissioni? 

"Esattamente. La terza rivoluzione industriale è quella che permette uno sviluppo economico che si concilia perfettamente con la riduzione delle emissioni. Ad esempio con le smart grid, con l'energia diffusa e decentrata, ogni casa sfruttando il sole può diventare una vera e propria piccola centrale di produzione di elettricità e calore. Se adottassimo questo modello il settore delle costruzioni, che oggi è il primo fattore di riscaldamento del pianeta, potrebbe diventare parte della soluzione al problema". 

Le case come elemento trainante del nuovo modello energetico? 

"Uno dei quattro pilastri. Il primo è costituito dalle energie rinnovabili. Il secondo è rappresentato dagli edifici sostenibili. Il terzo dalle tecnologie basate sull'idrogeno che serve a immagazzinare l'energia prodotta dalle fonti rinnovabili. Il quarto pilastro dalle reti intelligenti per distribuire l'energia secondo il modello del web". 

Jeremy Rifkin