Economia e Sostenibilità Ambientale - Presentati i risultati di casi di successo Italiani ed uno studio europeo sui Green Jobs

Data pubblicazione: Jan 25, 2009 8:17:31 AM

Il Polo IFTS Ambiente Energia della Regione Lazio ha presentato “Obiettivo lavoro: Ricerca, formazione, impresa”. Una due giorni in cui hanno dialogato rappresentanti delle istituzioni, della ricerca e delle imprese per individuare un trade d’union tra economia e sostenibilità ambientale.

Nella prima giornata sono state presentate “Le 10 storie rinnovabili del 2008”, 10 progetti eccellenti legati alle rinnovabili realizzati nella Regione Lazio nel corso del 2008. Tra i dieci progetti tre hanno coinvolto partner del Polo e di H2Roma. Il primo progetto è il Polo idrogeno di Civitavecchia ( per vedere il video clicca qui ), nato dall’accordo tra l’assessorato all’Ambiente della regione Lazio, il Comune di Civitavecchia e l’autorità portuale della città. Il progetto prevede un investimento di 9 milioni di euro da impiegare nell’arco di 3 anni con l’obiettivo di creare qualificata e attirare investimenti non solo nel campo della ricerca, ma anche dell’impresa sostenibile. Partner scientifico è il CIRPS (Centro Interuniversitario di Ricerca Per lo Sviluppo sostenibile di Sapienza Università di Roma). Il secondo progetto dal titolo “Metti in banca (dati) l’efficienza energetica” ha visto l’ENEA stipulare una convenzione con il Ministero dello Sviluppo economico per la realizzazione di una vera e propria banca dati sul web contenente informazioni sull’efficienza energetica. Il terzo progetto, “Vaticano solare”, grazie al quale sono stati ricoperti 5000 mq dell’aula Paolo VI con pannelli fotovoltaici ha ancora avuto un ricercatore del CIRPS come rappresentante, Mauro Villarini, responsabile dei progetti sulle fonti di energia rinnovabile.

Nella seconda giornata nel workshop “La rivoluzione degli ecolavori” è stata approfondita la conoscenza del mercato globale e locale del lavoro legato all’ambiente, in particolare alle rinnovabili e all’efficienza energetica. Il punto di partenza è stata la sintesi dello studio pubblicato il settembre scorso “Green Jobs - Verso lavori dignitosi in un mondo sostenibile e a basse emissioni di CO2” commissionato e finanziato dall’UNEP (United Nations Environment Programme) con la collaborazione dell’Ilo (International Labour Organization), l’Iloe (International Organization of Employers) e l’Ituc (International Trade Union Confederation). A compilarlo è stato il Worldwatch institute con l’assistenza tecnica del Global Labour Institute della Cornell University. Dal rapporto è emerso che nel 2030 si prevedono più di 20 milioni di posti di lavoro “verdi”(eolico, fotovoltaico, solare termico, biomasse, idroelettrico, geotermico). La caratteristica principale dei green jobs è che sono e saranno uno stimolo per l'economia, soprattutto per quella dei paesi in via di sviluppo.

Dal rapporto emerge l’eccellenza di Spagna e Germania in materia di eolico e fotovoltaico. L'Italia sembra non voler restare fuori da questa corsa e a confermare di voler cavalcare il trend “verde” anche due ministri. Sebastiano Serra del Ministero dell’Ambiente, che ha lamentato il fatto che le attività di riduzione di CO2 sono state condotte debolmente in questi anni, e in maniera scoordinata tra una regione e l'altra. Il problema risiederebbe anche in quadro normativo inefficiente che andrebbe sostituito da un testo unico sulle rinnovabili e nei costi eccessivi delle rinnovabili stesse. La rete elettrica italiana è inoltre progettata per il flusso continuo di energia, e andrebbe riveduta alla luce della discontinuità delle fonti rinnovabili per garantire la stabilità del sistema. Per evitare la fuga di capitali i prodotti nazionali dovrebbero poi rimanere sul territorio italiano e produrre energia a basso costo. Il governo, secondo Serra, vuole puntare sui biocarburanti di seconda generazione e incentivare l’uso delle biomasse, settori che favoriranno l’occupazione.

Mariagrazia Nardiello del Ministero dell’ Università e della Ricerca ha manifestato l’intenzione del governo di voler rilanciare l'istruzione tecnica professionale, a fronte della necessità di 80000 tecnici l'anno, istituendo 19 progetti in 3 diverse aree ambientali. Il divario tra quello che chiedono le imprese e quello che forma la scuola, ha sottolineato Nardiello sta aumentando e per contrastarlo dal 2010 decolleranno nuovi istituti tecnici.

Autore: Giuseppe Gandolfi