Dopo Copenhagen

Data pubblicazione: Dec 19, 2009 9:13:24 AM

Copenaghen comincia a fare i conti: c'è un accordo di massima ma non ci sono i vincoli. Come dire, siamo d'accordo a rispettare i “limiti di velocità” però poi non ne indichiamo nessuno. 

Certo, Obama trova un'intesa con la Cina,l' India e il Sudafrica che già si può definire "Un primo passo importante, ma insufficiente per combattere i mutamenti climatici". 

L'innalzamento della temperatura dovrà essere contenuto entro i due gradi centigradi anche se sono piuttosto complicati i meccanismi di controllo delle norme e rischiano di divenire ancora più complicati dalle procedure di recepimento dei diversi stati e delle amministrazioni pubbliche in genere. 

Nel dettaglio, se da una parte Obama ha trovato un'intesa con il premier cinese Wen Jabao, il primo ministro indiano Manmohan Sing e il leader sudafricano Jacob Zuma dall'altra, il governo americano ha ammesso che "nessun Paese è interamente soddisfatto dell'intero impianto" 

Obama ha anche detto "molto ancora da fare. Dovremo lavorare ancora per arrivare a un'intesa vincolante per tutti", sottolineando che gli Stati Uniti non sono legalmente vincolati dall'accordo ma ribadiscono i loro obiettivi per il taglio delle emissioni. 

E' emerso a un certo punto un documento nel quale si usava per la prima volta la parola "accordo". Nella bozza si fissavano alcuni obiettivi: taglio delle emissioni dell'80 per cento per i Paesi ricchi entro il 2050, rispetto ai livelli del 1990, e fino al 50 per cento per gli altri Paesi; limite entro cui contenere l'aumento della temperatura a due gradi centigradi, con la possibilità di portarlo a 1,5 alla prossima Conferenza del 2016. 

Di fatto per il taglio delle emissioni entro il 2020 le nazioni industrializzate stabiliranno i propri obiettivi a gennaio . 

Relativamente ai controlli è stato stabilito che i vari governi informeranno reltivamente alle loro emissioni tramite "comunicazioni nazionali", con la possibilità di attivare consultazioni esterne. 

Nel panorama globale, i Paesi più sviluppati dovranno formire un supporto economico concreto, ovvero 100 miliardi di dollari in aiuti a quelli in via di sviluppo entro il 2020. 

E' stato annunciato dal Presidente francese che "una nuova conferenza si terrà a Bonn entro sei mesi", aggiungendo che la organizzerà la cancelliera tedesca, Angela Merkel per preparare la prossima Conferenza sul clima in Messico alla fine del 2010. 

Quindi le prossime tappe “dopo Copenhagen” impongono il monitoraggio del lavoro che da qui alla fine del 2010 verrà fatto dai governo di tutto il mondo, verificando che non soltanto siano concrete le proposte ma anche l’applicazione di soluzioni immediate che sono alla portata di ogni sistema di governo. Nei prossimi post parleremo di quelle soluzioni che per “Dopo Copenhagen” sono subito realizzabili senza comportare importanti variazioni normative.