5 gennaio 2010 - Holbox, Messico
di Gabriella Maggioni
Luglio 2006
Una vacanza veramente da sogno quella nell’isola di Holbox (si pronuncia Holbosh). Non adatta certamente a chi cerca l’animazione dei grandi villaggi o una sfrenata vita notturna. Ma sicuramente il posto ideale per disintossicare il corpo e la mente con un completo relax. Situata nella punta a nord della Penisola dello Yucatán, l`Isola di Holbox (43 km. di lunghezza) fa parte di una riserva ecologica (“Yum Balam”) ed è separata dalla terra ferma dalla Laguna Yalahau.
Il raggiungerla ed il lasciarla sono state un’avventura che già da sola, meritava il viaggio. Non dimenticherò mai le due ore passate in auto, in una notte di luna piena, per arrivare (da Cancun) ad un porticciolo di Chiquila, da cui abbiamo poi raggiunto l’isola di Holbox con mezz’ora di lancia. Nonostante la stanchezza del viaggio in aereo, non abbiamo chiuso occhio: non era possibile, considerato lo stato della strada, che spesso non era neppure asfaltata, e la curiosità di osservare la vita notturna (!?) dei molti villaggi attraverso cui siamo passati.
Il passaggio poi con la lancia è stato da sogno. In mare, con il solo rumore dell’acqua contro la barca ed un cielo stellato di quelli che si vedono solo dove l’inquinamento luminoso è vicino allo zero.
L’aver optato per il soggiorno presso l’hotel Faro Viejo si è poi rivelata una scelta ideale. Gestito da locali, sempre sorridenti e disponibili, ci ha permesso di trascorrere ben 14 giorni nello stesso posto (cosa per noi molto inusuale) senza stancarci e lasciandoci molta molta nostalgia.
L´Hotel Faro Viejo è situato proprio sulla spiaggia, di sabbia finissima, alla fine della via principale del villaggio.
Questo ci ha permesso di passare ore ad osservare la vita quotidiana dell’isola. Da lì infatti partono ed arrivano i pescatori a tutte le ore con il “pescado”. Lì, il sabato e la domenica sostano le famiglie per il pic nic. Da lì partono le escursioni per nuotare con il Tiburon Balena (pesce squalo) che ha fatto la fortuna turistica dell’isola, attirando ogni giorno turisti da Cancun.
La giovialità e la disponibilità degli abitanti (pochi), ci ha permesso di fare molte conoscenze ed amicizie e di calarci nel loro quotidiano, molto diverso dal nostro. Lì si vive alla giornata ed il tempo non è scandito dalle ore, ma dalla luce, dal caldo, dal meteo, dal come ci si sente quel giorno.
Non circolano auto, ma solo vecchie automobiline, tipo campo da golf, guidate anche dai bambini che ti può capitare di avere come tassista. Le strade non sono asfaltate e bastano poche gocce di pioggia (una rarità) per renderle impercorribili.
Le cose da vedere, spostandosi con la barca, sono moltissime e di una bellezza rara.
Ad esempio l’Isola dei Pajaros con oltre oltre duecento specie di uccelli che, durante l’anno, soggiornano in quest’isoletta o vi abitano permanentemente. Per non disturbare i suoi “abitanti” oggi ne è proibito l’accesso, ma gli uccelli possono essere osservati dalla barca.
Molto suggestiva l’escursione alla Laguna Yalahau, circondata da mangrovie (Palo de Tinte) e sulle cui rive si trova l’ ”ojo de agua” (l’occhio di acqua), che in passato è stato fonte di approvvigionamento idrico delle isole vicine. In questa laguna vivono gli aironi rosa e facilmente si incontrano simpaticissimi delfini.
Parlando dell’Isla di Holbox mi torna la nostalgia delle lunghe camminate sulla spiaggia infinita, accompagnati da un simpatico cane locale che ci ha fatto compagnia per tutto il soggiorno, condividendo con noi i momenti di riposo sulla spiaggia e quelli più movimentati (corsette, passeggiate, snorkeling).
E che dire dei tramonti che, ogni sera, erano oggetto di centinaia di fotografie da parte dei pochissimi turisti residenti sull’isola? E’ uno dei posti dove ho visto i tramonti più belli, che non puoi descrivere perché commetteresti un sacrilegio. Sono quei tramonti che devi vivere, sul posto, e che nessuno ti potrà mai raccontare.