Biomasse
Il futuro delle energie rinnovabili in Europa e, in particolare, in Italia dovrà fare i conti con un sostanziale incremento dell’uso delle biomasse. La disponibilità di territorio non utilizzabile per la produzione agricola alimentare e il miglioramento delle tecnologie di produzione di biomasse nel rispetto dell'ambiente sono aspetti essenziali per comprendere le nuove strategie di sviluppo che tutti gli stati europei stanno affrontando nel tema. L'Italia come sempre sconta un ritardo particolare che per essere colmato richiede un cambiamento del paradigma della concorrenzialità tra agricoltura e produzione di vegetali per le finalità energetiche.
Le biomasse tra vento e sole
A differenza delle altre fonti rinnovabili quali il vento, l’eolico e il solare, le biomasse producono energia programmata, inoltre la loro natura è molto più vicina a quella dei combustibili convenzionali (stato solido, liquido e gassoso) e si presta per utilizzi ottimizzati in impianti di cogenerazione.La filiera delle biomasse, dalla produzione all’utilizzo, non è però stata oggetto di investimenti in tecnologia, strumenti di programmazione e mezzi economici tali da farla decollare, anzi si è abbandonata qualsiasi opportunità di approvvigionamento indigeno e si è ricorso all’approvvigionamento sui mercati internazionali, molto spesso accompagnato da deforestazioni dannose per l’ambiente, con un bilancio energetico negativo tra costi e benefici. Infine, gli stessi meccanismi di aiuto hanno privilegiato la sola produzione di energia elettrica, trascurando la possibilità di generare contemporaneamente energia termica e spingendo le taglie dell’impianto verso potenze (maggiori di 10 MWe), non compatibili con una filiera corta e con un uso in cogenerazione una volta terminato il sostegno economico.
Le stesse taglie degli impianti hanno ingenerato nelle amministrazioni ospitanti il sospetto che l’impianto stesso di produzione potesse poi essere utilizzato per smaltire rifiuti (il rifiuto associa una tariffa di smaltimento, mentre le biomasse hanno un prezzo di acquisto) e questo ha provocato un netto rifiuto sociale.
L'esperienza di un grade operatore, ICQ
Proprio per superare tutti i problemi del recente passato e dare quindi una risposta significativa alla produzione di energia dalle biomasse, il Gruppo ICQ ha avviato una propria strategia orientata su tre direttrici:
filiera corta per l’utilizzo di biomasse lignocellulosiche indigene in impianti di cogenerazione di taglia compresa 1 e 5 MWe;
filiera corta per l’utilizzo di Energy Crops in impianti di digestione anaerobica da 0,5 a 2 MWe;
filiera corta-lunga per l’utilizzo diretto di oli vegetali in sostituzione di combustibili convenzionali (metano – gasolio) in situazioni ottimizzate.
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