New York, 14 feb. (TMNews) - Una striscia ventosa del deserto del
Mojave, una volta regno di coyote e tartarughe, è stata trasformata
nella più grande centrale solare del suo genere al mondo. Centinaia di
migliaia di pannelli ricoprono 13 chilometri quadrati di terreno
federale vicino al confine tra California e Nevada, negli Stati Uniti.
La Ivanpah Solar Electric Generating System rappresenta una pietra
miliare per un'industria in espansione, che cerca di coniugare la
conservazione della natura selvaggia e la ricerca di energia verde nel
West.
La centrale è stata aperta ufficialmente ieri, dopo anni di problemi
legali e regolamenti da rispettare, dalla necessità di trovare un altro
habitat per le tartarughe protette a quella di valutare l'impatto sulle
piante del Mojave. "Il progetto è un esempio lampante di come l'America
stia diventando leader mondiale nell'energia solare" ha commentato ieri
il segretario all'Energia, Ernest Moniz, con un comunicato diffuso dopo
la cerimonia di apertura. "Questo progetto dimostra che costruire
un'economia a energia pulita crea posti di lavoro, taglia le emissioni
di gas serra e promuove l'innovazione". Il complesso da 2,2 miliardi di
dollari è di proprietà di Google, Nrg Energy e BrightSource Energy; può
produrre quasi 400 megawatt, sufficienti per fornire energia a 140.000
case, e ha già cominciato a funzionare lo scorso anno.
Molti altri progetti sono in fase di realizzazione o sono stati
pianificati negli Stati Uniti, dove l'energia solare contribuisce con
meno dell'1% al totale prodotto nel Paese, soprattutto nel Southwest; il
presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ha indirizzato il suo
secondo mandato verso una più decisa battaglia al cambiamento climatico,
proponendo limiti alla produzione di Co2 delle nuove e delle fabbriche
già esistenti; il suo progetto è quello di spingere il Paese a usare
altre fonti di energia, alternative al carbone, da quella solare alla
eolica, dal nucleare al gas naturale.
Secondo i dati a disposizione del governo, però, il costo della
costruzione e del mantenimento di una nuova centrale solare è ancora più
alto rispetto alla produzione di energia dal carbone, dal nucleare e
dal gas (senza contare però gli incentivi statali e federali). Secondo
Ken Johnson, portavoce di un'associazione per l'energia solare, i costi
sono diminuiti sensibilmente negli ultimi anni. Una buona notizia
sicuramente per la California, che entro il 2020 dovrebbe ottenere un
terzo della sua elettricità dal solare e altre fonti rinnovabili.
La centrale Ivanpah è un impianto solare termodinamico, anche
noto come impianto solare a concentrazione, che sfrutta come
fonte energetica primaria la componente termica dell'energia
solare, attraverso tecniche di concentrazione e relativo
accumulo, per la produzione di energia elettrica. Sfrutta quasi
350.000 specchi controllati al computer, che 'inseguono' il
movimento del sole e concentrano le radiazioni solari verso un
ricevitore collocato su una torre (il sistema è per questo
definito a torre centrale), al cui interno è collocata una
caldaia contenente un fluido termovettore che, portato a elevate
temperature, produce vapore, che alimenta una turbina e genera
energia elettrica.
Nel 2012, il governo federale ha stabilito "17 zone a energia solare"
nel tentativo di dirigere lo sviluppo verso aree con pochi ostacoli e
rischi ambientali. Le zone coprono un'area di circa 1165 chilometri
quadrati in sei Stati: California, Nevada, Arizona, Utah, Colorado e New
Mexico. Al momento, secondo il dipartimento dell'Energia americano,
l'industria solare dà lavoro a più di 140.000 persone, occupati in circa
6.100 aziende, con un aumento dei posti di lavoro di quasi il 20%
dall'autunno del 2012.
TMNews
Tuttogreen
14/02/2014