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Green News
Case "alimentate" a idrogeno: il prototipo fbk illumina Barcellona
L'idrogeno come fonte di energia per le case e per i luoghi pubblici. La svolta verso questo obiettivo potrebbe essere data dalle applicazioni del progetto scientifico europeo Eden (High Energy Density Mg-based Metal Hydrides Storage System), relativo allo stoccaggio di idrogeno in nuovi materiali e coordinato da un centro di ricerca italiano, la Fondazione Bruno Kessler (Fbk) di Trento. Il prototipo del sistema sviluppato nell'ambito del progetto è già pronto. Il 24 e il 25 settembre sarà presentato presso la sede della Fbk in via Sommarive a Povo (Trento), prima di essere trasferito a Barcellona per la fase conclusiva del progetto, prevista per fine anno. L'obiettivo raggiunto dai ricercatori è stato di riuscire ad immagazzinare l'idrogeno in un materiale allo stato solido, a base di magnesio, in grado di catturare e trattenere gli atomi di gas sulla propria superficie. In questo modo non è necessario tenere l'idrogeno in recipienti sotto pressione ed è possibile accrescere la sicurezza dello stoccaggio. In un contenitore dal volume di pochi litri si può avere un accumulo di idrogeno in grado di fornire l'energia necessaria ad un'abitazione per 24 ore, sia dal punto di vista elettrico che termico, e renderla disponibile a seconda delle esigenze dell’utente. Peculiarità del progetto è stato sviluppare un sistema di batteria a idrogeno che prevede l’utilizzo di energia variabile e intermittente di sole e vento, seguendo i profili di consumo degli utenti. |
Australia: La prima foglia artificiale che produce energia attraverso la fotosintesi
I ricercatori della
Monash
University di Melbourne hanno creato una foglia che produce energia attraverso
un processo simile alla fotosintesi clorofilliana, cioè quel processo con cui
le piante producono le sostanze nutritive, usando la luce del sole per separare
ossigeno e idrogeno.
La foglia artificiale ha un’efficienza senza precedenti: è in grado di accumulare il 22,4% dell’energia solare, superando del 4,4% il più efficiente tra gli altri congegni, che raggiunge il18%. Per capire suo grado di efficienza basti pensare che supera del 12,4 % il valore minimo di luce solare che un congegno deve catturare perché sia sufficientemente funzionale (10%). È un risultato che avrà un forte impatto nella diffusione delle auto ecologiche a idrogeno. Come scrive Leone Spiccia, il responsabile della ricerca, sulla rivista “Energy and Environmental Science”, l’idrogeno è un combustibile totalmente sostenibile e, grazie a questo nuovo congegno, sarà possibile produrlo a basso costo. Infatti, La foglia funziona mediante un processo elettrochimico attivato grazie a un elettrodo di nichelio; un elemento sostenibile per l’ambiente ed economico rispetto ai materiali normalmente utilizzati in quest’ambito, come il palladio e il platino, metalli rari e costosi, o il cadmio e il piombo che sono molto inquinanti. Inoltre, il processo fotosintetico necessita di poca acqua può sfruttare sia l’acqua dolce che quella marina. Oltre a favorire il disuso delle batterie a carburante, la foglia artificiale favorirà anche la diffusione delle batterie capaci di alimentare gli elettrodomestici di uso quotidiano. I modelli più grandi potranno essere installati sui tetti delle case, delle aziende e degli edifici pubblici, mentre i modelli portatili potranno essere usati in zone di guerra, territori colpiti da calamità naturali o negli svaghi come la pesca e il campeggio.
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Idrogeno: a San Francisco la stazione di ricarica più grande al mondo
Potrà servire contemporaneamente mezzi marini e terrestri. Con una capacità giornaliera di 1.5000 chili di H2 sarà l’impianto più grande al mondo.
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Perchè il futuro sarà rinnovabile
Il grande freddo/La copertura entro la metà secolo del 100% della domanda elettrica con le rinnovabili orienterà le strategie di un numero crescente di paesi. Ma non sarà un processo inerziale: occorrono scelte politiche forti, che forse verranno dopo la Conferenza di Parigi. Le rinnovabili diventeranno centrali negli scenari energetici mondiali, ma il percorso per arrivare ad un loro ruolo egemonico va studiato con intelligenza perché sono ancora molti gli ostacoli da superare. Questa evoluzione sarà più facile nella generazione di elettricità, considerato che quella “verde” diventerà meno cara dei kWh delle centrali termoelettriche in un numero crescente di paesi. Se oggi questo è vero solo per alcune realtà, come in Brasile e in Cile, dal prossimo decennio il minor costo delle rinnovabili porterà benefici economici ad una larga parte dell’umanità oltre a limitare i rischi di un catastrofico cambiamento del clima. Ma, se si amplia lo sguardo all’insieme dei combustibili fossili, la situazione appare più complessa. Gli mondiali indirizzati verso carbone, petrolio e gas sono ancora più che doppi (oltre 1 triliardo $) rispetto a quelli delle rinnovabili e dell’efficienza. Se non si riescono a modificare le strategie degli stati produttori e delle multinazionali, che imperturbabili vogliono continuare l’esplorazione dell’Artico o lavorare le sabbie bituminose, l’obiettivo dei 2 °C non sarà raggiunto. Da qui l’importanza del movimento “Divest Fossil” che sta iniziando ad ottenere risultati anche in Europa. Ma facciamo un passo indietro per capire come si sia avviata la corsa delle rinnovabili elettriche e valutare quali potranno essere le evoluzioni future. Le sorprese della storia Si parla spesso in Europa di incentivi eccessivi, sfuggiti al controllo dei governi. Certamente, se solo fosse stata prevista la chiusura di molte centrali e la crisi delle utility, le istituzioni avrebbero gestito in modo molto diverso il sostegno alle rinnovabili. Una crescita “controllata” avrebbe limitato gli incrementi delle bollette, ma la diffusione del solare e dell’eolico sarebbe stata modesta, con il risultato che i prezzi di queste tecnologie sarebbero oggi ancora elevati. In sostanza, è stata la sorpresa del crollo dei prezzi a spiazzare le politiche energetiche determinando la diffusione su larga scala e cambiando il paradigma della produzione centralizzata del secolo scorso. E’ vero però che il peso del cambiamento è stato sostenuto solo da alcuni paesi, mentre ora i bassi prezzi avvantaggiano tutto il mondo, ad iniziare da quella fetta di umanità, 1,3 miliardi di persone, priva di energia elettrica che avrà accesso a questo servizio in tempi molto più brevi di quanto stimato solo qualche anno fa. Ma va detto che i paesi che hanno svolto il ruolo di apripista avrebbero potuto capitalizzare meglio il loro impegno. Ad esempio, avviando una sinergia europea sul versante produttivo in grado di fronteggiare l’ondata asiatica delle tecnologie. I drivers del prossimo sviluppo delle rinnovabili Proprio i paesi di frontiera, come Germania, Italia, Danimarca, Spagna, adesso devono affrontare nuove sfide. Si tratta infatti di governare l’ulteriore crescita delle rinnovabili e di trasformare la rete. Il contesto è però molto diverso rispetto allo scorso decennio. Da un lato pesa l’incidenza degli incentivi sulle bollette. Dall’altro le utility oscillano tra la difesa del ruolo delle proprie centrali e la necessità di cambiare il modello di business proprio a favore delle rinnovabili, dell’efficienza e delle soluzioni smart. Possiamo immaginare che all’attuale periodo di transizione, caratterizzato da un rallentamento delle installazioni, seguirà una ripresa finalizzata al raggiungimento di obiettivi ambiziosi imposti dall’accentuarsi della crisi climatica. La copertura entro la metà secolo del 100% della domanda elettrica con le rinnovabili orienterà infatti le strategie di un numero crescente di paesi. Ma occorre avere una visione che vada oltre la generazione elettrica (come ha già fatto la Danimarca, vedi l’approfondimento nel libro 2 °C). Un aiuto alla decarbonizzazione delle economie verrà dallo sviluppo della mobilità elettrica, destinata a esplodere alla fine del decennio, che consentirà di ridurre la dipendenza dal petrolio. La diffusione delle tecnologie verdi sarà certamente facilitata dal calo dei prezzi che, nel caso del fotovoltaico, porterà ad un ulteriore dimezzamento entro il 2025. Ma le evoluzioni future in questo settore dipenderanno soprattutto dalle modalità con cui verranno trasformate le regole del mercato elettrico. Le rinnovabili elettriche si sono imposte grazie ad una “forzatura”. Adesso si deve accelerare la sostituzione dei combustibili fossili anche negli altri ambiti, occorre preparare la prossima ondata. Le tecnologie verdi si imporranno perché ambientalmente più sostenibili, più resilienti, più efficaci per la sicurezza e, infine, anche più economiche. Di Gianni Silvestrini; pubblicato il 13 giugno 2015 su Sbilaciamoci.info |
Toyota e Hino Motors sperimentano un autobus fuel cell a idrogeno a Tokyo
Toyota e Hino Motors stanno sperimentando un prototipo di autobus a idrogeno nelle strade di Tokyo. Si tratta di un bus a celle combustibili che utilizza la tecnologia Fuel Cell System, la stessa usata per produrre la Toyota Mirai. In questi giorni l'autobus sta percorrendo diverse tratte urbane, muovendosi su strade pubbliche, sia nelle zone centrali che sul lungomare della città giapponese. Altri test sono, invece, condotti in laboratorio presso il Tokyo Metropolitan Research Institute for Environmental Protection. Entro fine luglio saranno tutti conclusi. Quali sono le caratteristiche tecniche dell'autobus?Dall'esterno il veicolo sembra un autobus qualsiasi, ha la forma e le dimensioni tipiche di un bus tradizionale. È lungo circa 10 metri e mezzo, largo 2 metri e mezzo e alto poco più di 3 metri. Può trasportare 26 persone sedute, 50 in piedi e il conducente al posto di guida, in tutto 77 persone a bordo. A parte l'aspetto esterno che fa pensare a un autobus comune, tutto il resto è stato progettato appositamente per sviluppare una mobilità a idrogeno. Proviamo a leggere le caratteristiche tecniche comunicate da Toyota sul progetto Zero Emission Bus. Dove viene stoccato l'idrogeno?L'idrogeno è stoccato sotto pressione in otto serbatoi, per una capacità complessiva di 480 litri. L'idrogeno è compresso nei serbatoi a 70 Mpa. Come viene prodotta l'elettricità?L'impianto di alimentazione del bus è composto da due pile di celle a combustibile. Il sistema genera elettricità dalla reazione chimica tra l'idrogeno compresso, stoccato nei serbatoi, e l'ossigeno presente nell'aria. Riesce a produrre una potenza massima di 114 kW. Quale tipologia di motori utilizza l'autobus?L'elettricità viene impiegata nei due motori elettrici AC sincroni del veicolo, ognuno dei quali ha una potenza massima di 110 kW e una coppia massima di 335 Nm. Il sistema elettrico viene completato dalla presenza di una batteria al Nickel che aggiunge al veicolo le funzionalità della tecnologia ibrida. Un ritorno di interesse per la mobilità a idrogenoUltimamente l'attenzione verso la mobilità a idrogeno sembra essersi riaccesa nella casa automobilistica giapponese. Tutto lascia pensare che la tecnologia sia ormai matura e si comincia a pensare a un possibile lancio commerciale sul mercato. E non solo da parte di Toyota. Tokyo non è l'unica né la prima città ad aver consentito il test drive di autobus a idrogeno. Anche molte città europee hanno avviato un proprio piano, alcune già da diversi anni, e l'interesse verso il fuel cellaccomuna un po' tutte le case automobilistiche nel mondo. Del resto, i vantaggi della mobilità a idrogeno sono notevoli. I bus non emettono emissioni inquinanti, sono veicoli zero-emission fuel. Da anni sono considerati il simbolo della mobilità sostenibile. Tuttavia, finora la tecnologia ha risentito parecchio della difficoltà di stoccaggio dell'idrogeno. È probabilmente la tecnologia con la più lunga fase di collaudo nella storia dell'automobile. Speriamo che stia finendo. |
EHA AGM input to national policy frameworks for hydrogen
The EHA invited the coordinator of the winning consortium that is putting together the guidelines for the development of the national policy frameworks that should be finalized by Member States according to the Directive on Alternative Fuels Infrastructure Deployment COM2014/94 to its Annual General Meeting on June 30, 2015 in Brussels. Flavio Maragon of Appolonia consultancy presented the first findings of the survey they conducted among member states that was presented at the first meeting the day before of the EU Sustainable Transport Forum, the High Level Expert Group of Member States and key industries and networks, HyER and NEW IG are members as well, who will be advising the EU Commission on the further AF deployment until 2020. EHA chairman Ian Williamson indicated that the EHA could further support insight in national and regional developments through it 22 national member associations in addition to the industrial and regional input of rresp. NEW IG and HyER and that are important for the uptake of hydrogen in the national policy frameworks. Especially the important efforts of SME’s could be further highlighted as many are members of national fuel cell and hydrogen associations in the EHA member network. At the AGM detailed updates of German, Italian, Swedish and Hungarian national FC and H2 platform developments were presented. This will also be important information with regards to the review of the White Paper, to which consultation the EHA provided input as well. Although all EC energy is currently concentrated on keeping the main Union intact,the EHA will alo be following the Energy Union development closely a the EU Commission i coming out with a new package on July 15. A lovely holiday season from the EHA team in Brussels. |
Il solare termico in impianti di teleriscaldamento. Con A2A questa tecnologia arriva anche in Italia
Una tecnologia nuova ma dalle notevoli prospettive di sviluppo, anche in considerazione dei benefici che apporta. Sono diversi i vantaggi dell’utilizzo del solare termico nel teleriscaldamento quali il basso costo dell’investimento rispetto ai metri quadrati di tecnologia installata, il risparmio di combustibile tradizionale necessario dall’entrata a regime dell’impianto e i bassi costi di manutenzione. A queste, poi, si aggiungono ragioni di sostenibilità ambientale, dato che impianti simili producono emissioni pari allo zero, e una buona accettazione da parte della popolazione locale. Se nell’Europa del nord gli impianti solari termici sono una realtà consolidata e in crescita, nel sud Europa l’unico impianto esistente si trova sul territorio italiano, più precisamente a Varese. Entrato in funzione nel maggio del 2015, è stato realizzato dalla Varese Risorse, società del Gruppo A2A, ed è integrato con la rete cittadina, consentendo lo stoccaggio di acqua prima della distribuzione in serbatoi della capacità di 430 m3. La struttura è composta da 73 collettori solari termici, ciascuno della superficie di 13,57 m2, arrivando a totalizzare circa 990 m2 di superficie captante lorda. È stato stimato che l’impianto solare produrrà mediamente 450 MWh di energia termica l’anno, pari al fabbisogno di acqua calda sanitaria di 150 appartamenti, evitando il ricorso a combustibili fossili per 43 tep (tonnellate equivalenti di petrolio) e generando, quindi, un vantaggio sia economico sia ambientale. Grazie a questo impianto verrà anche evitata, ogni anno, l’emissione in atmosfera di 108 tonnellate di CO2. Una parte essenziale dell’impianto solare termico ai fini della sua gestione ottimale è rappresentata dalla logica di controllo. Il suo sistema di controllo è concepito con la massima flessibilità operativa per avere la possibilità di posizionarsi nelle condizioni più favorevoli, considerate tutte le variabili che possono condizionare gli assetti operativi di centrale. Come detto, il binomio tra teleriscaldamento e solare termico è sempre più solido. Dalla metà degli anni Novanta ad oggi, sono stati costruiti più di 100 impianti. Prima per numero di installazioni è la Danimarca, nazione dove questa tecnologia ha trovato un largo utilizzo. Sin dal 2007, i danesi hanno scelto il teleriscaldamento solare per la produzione di energia termica su larga scala, raggiungendo alla fine del 2014 quota 61 sistemi installati per un totale di 555 000 m2 di superficie coperta da collettori. Una tecnologia in crescita che non si limita al solo ambito residenziale. Lo European Solar Thermal Industry Federation (ESTIF) nel suo rapporto annuale “Solar thermal markets in Europe 2014” pubblicato a giugno 2015, sottolinea il potenziale di crescita delle applicazioni del solare termico per il mercato industriale, in particolare per le declinazioni di questa tecnologia nell’ambito del teleriscaldamento. Le opportunità sono molte, anche se nel passato non sempre apparivano chiare ai possibili investitori. Come scrivono gli estensori del position paper di SDH (Solar Distric Heating), progetto finanziato dal EC-Programme IEE Intelligent Energy Europe, “l’uso di energia solare nei sistemi di TLR è spesso stato ostacolato dalla scarsa conoscenza da parte degli operatori del settore”. Ma oggi la situazione sta mutando ed è sempre più diffusa la convinzione che “il Teleriscaldamento, se pensato nella logica dei Sistemi Energetici Integrati, è una infrastruttura avanzata per la fornitura di calore da fonti Rinnovabili o da Recupero Energetico da cicli produttivi in aree ad alta densità abitativa”. Articolo di alessandro seregni da http://www.smartcityitalia.net/ |
Bosch - Green Technology Inside
Sesta Conferenza Nazionale per l'efficienza energetica
La ricetta italianaRoma, 9 e 10 dicembre 2014 - ore 9 Centro Congressi Palazzo Rospigliosi – Via XXIV Maggio, 43 L'ingresso è libero. Per motivi organizzativi è necessario compilare la scheda di registrazione Scarica il programma provvisorio I consumi di energia sono già calati nel 2013 oltre gli obiettivi 2020 indicati dalla Direttiva europea sull’efficienza energetica e dalla Strategia energetica nazionale. Anche negli altri paesi europei gli obiettivi stanno per essere raggiunti. Solo in parte, però, si tratta di aumento di efficienza: consumiamo meno soprattutto a causa della crisi e del fatto che molte imprese italiane ed europee hanno chiuso i battenti o delocalizzato i propri stabilimenti. L’Italia, in quest’anno, ha recepito la direttiva sull’efficienza energetica, approvato il nuovo Piano di Azione (PAEE 2014) e concordato i nuovi obiettivi europei al 2030, accettando passivamente un indicatore fuorviante come il calo dei consumi. Così, ha perso l’occasione per valorizzare il patrimonio di esperienza delle proprie imprese e una delle poche posizioni di forza della propria economia, quella di una bassa intensità energetica. Nel definire le nuove politiche energetico ambientali dell’Unione europea per il 2030, è indispensabile adottare un nuovo indicatore per misurare l’efficienza energetica che sia coerente con obiettivi di crescita economica. Gli Amici della Terra propongono che l’Italia si faccia promotrice di un programma europeo di riduzione dell’intensità energetica ovvero di riduzione della quantità di energia impiegata per unità di prodotto o di servizio. Un programma corredato da obiettivi per macrosettori, adattabile alle caratteristiche di ogni paese membro, che tenga conto anche degli investimenti già fatti. Utile a ridurre i consumi e le emissioni di CO2 ma anche ad agganciare la ripresa. |
Il festival Echogreen sceglie il crowdfunding per l’edizione 2014
11/07/2014 ![]() Il festival Echogreen sceglie il crowdfunding per l’edizione 2014Echogreen è un festival portavoce di una nuova visione per l’ambiente e il territorio. Ogni anno all’evento, che si terrà dal 19 al 21 settembre sul lago Trasimeno, si danno appuntamento imprese, enti pubblici, esperti, giovani ricercatori e creativi per parlare del futuro e delle soluzioni ecosostenibili e innovative che lo renderanno migliore. “Abbiamo un obiettivo concreto – dice l’ideatrice del festival Eleonora Fabbroni – desideriamo utilizzare le chiavi della sostenibilità e dell’energia green per ripensare lo sviluppo di un territorio, il lago Trasimeno, patrimonio naturale e culturale. #iosonofuturo è lo slogan che accompagna questo viaggio nella convinzione che tutti nel nostro piccolo possiamo incidere sulla cultura futura del territorio e darle una forma migliore”. Con questo intento l’edizione 2014 del festival abbraccia la formula delcrowdfunding, forma di finanziamento partecipata perfettamente in linea con lo spirito dell’iniziativa. “Il crowdfunding ci è sembrato un mezzo perfetto per veicolare il messaggio di Echogreen, un canale efficace per aggregare intorno al valore del territorio e al suo cambiamento le scelte responsabili dei singoli. E’ importante far comprendere alle persone che ogni trasformazione necessità del supporto di ciascuno di noi e soprattutto quando si parla di ambiente tutti dobbiamo sentirci parte in causa”. L’obiettivo del progetto è quello di ripensare il territorio del lago Trasimeno in un’ottica ecosostenibile, valorizzando i siti culturali, storici e artistici, le tradizioni e i saperi di questi luoghi, dando così vita al primo progetto di comunicazione integrata per lo sviluppo dell’area; un’idea per l’Umbria e l’Italia nel mondo. Il festival, considerando che il progetto echogreen abbraccia tutto il territorio del Trasimeno con i suoi 8 comuni, viene organizzato, quale momento più importante delle varie attività di diffusione e sensibilizzazione alle tematiche ambientali, a partire da questa edizione, in ciascun comune del Trasimeno, uno per ogni anno. Il festival per questa seconda edizione si svolgerà interamente a Magione con un programma ricco di iniziative non solo convegnistiche ma anche pratiche e giocose. In un tempo in cui la cultura per affermarsi ha bisogno più che mai del sostegno di tutti il crowdfunding è stato individuato come la formula per la Fondazione, che in quanto ente no-profit, svolge la sua attività e realizza i suoi progetti attraverso contributi pubblici e donazioni spontanee di persone e organizzazioni. “Il nostro obiettivo- conclude la fondatrice, presidente della fondazione Fabbroni – è regalare attraverso la campagna di crowdfunding una grande edizione del Festival sempre gratuita, aperta e libera. Un luogo di incontro e confronto per tutti coloro che pensano un futuro a tinte green e sanno innovare e innovarsi in questa direzione”. Fonte: http://www.greenews.info |
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