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C.S. L'ambiente entra in Costituzione. Il Commento di A Sud

posted Feb 12, 2022, 2:06 AM by Daniele Pulcini   [ updated Feb 12, 2022, 2:07 AM ]

"Un'ottima notizia per Giudizio Universale  e uno strumento in più per la giustizia ambientale e climatica". 
Comunicato Stampa

L'ambiente entra in Costituzione: 
un'ottima notizia per Giudizio Universale
e uno strumento in più per la giustizia ambientale e climatica.


Il commento di A Sud
 
Da oggi la tutela dell’ambiente diventa un diritto e un dovere: l’Italia inserisce nella Costituzione la tutela della biodiversità, degli ecosistemi e la protezione delle generazioni future. Un avanzamento che sarà di estrema importanza per la causa contro lo Stato promossa dalla campagna Giudizio Universale, con cui oltre 200 ricorrenti tra cittadini e associazioni hanno portato lo Stato in Tribunale per chiedere maggiore giustizia climatica.
 
"Si tratta di una decisione storica - afferma Marica Di Pierri, portavoce dell'associazione A SudIn particolare il riferimento all’interesse delle future generazioni sarà prezioso anche per l’azione legale climatica contro lo Stato promossa nell’ambito della nostra campagna Giudizio Universale e ci dà ulteriori strumenti per continuare alottare in tribunale".  L'inserimento in Costituzione degli interessi delle future generazioni può portare infatti a risultati giudiziari rilevanti, come in Germania, dove il Tribunale costituzionale ha condannato lo Stato perchè varando la legislazione al clima non aveva previsto limiti alle emissioni dopo il 2030 non tenendo in sufficiente considerazione, secondo la Corte, gli impatti sulle generazioni future.
 
"Ci sono voluti 70 anni per arrivare a questo risultato. È un avanzamento importante che adesso deve però essere tradotto in politiche sostanziali a sostegno di politiche radicali e ambiziose, improntate alla conversione ecologica, all'azzeramento delle emissioni, alla giustizia ambientale e climatica" - aggiunge Di Pierri. "Crediamo che un ambizioso balzo in avanti sarebbe stato inserire in Costituzione anche la tutela della stabilità climatica, come avvenuto già in alcuni paesi. La tutela del clima stabile infatti avrebbe fornito uno strumento diretto e formidabile per la tutela dei diritti dagli impatti climatici".  "Il nuovo testo fornisce in ogni caso un riferimento giuridico di massimo livello per tutte le istanze di protezione degli equilibri ambientali e dei diritti umani legati all’ambiente", conclude.
 
L'azione legale climatica avviata nel giugno scorso contro lo Stato è entrata nel vivo il 14 dicembre con la prima udienza, celebrata in modalità telematica. La risposta dello Stato dopo la prima udienza è stata estremamente insoddisfacente. Secondo i ricorrenti l'Avvocatura dello Stato ha ignorato del tutto, nella sua risposta, i recentissimi allarmi lanciati dagli scienziati, che anche nel corso della Cop26 di Glasgow hanno ribadito che gli impegni degli Stati sono drammaticamente insufficienti a realizzare l'obiettivo fissato dall'Accordo di Parigi. C’è di più. Nelle sue conclusioni lo Stato afferma che siccome, pur impegnandosi, non può realizzare un abbassamento delle temperature essendo l'emergenza climatica riconducibile all’azione di una pluralità di soggetti, non gli sarebbe di fatto imputabile una responsabilità giuridica per inazione climatica. La formula utilizzata è “ad impossibilia nemo tenetur”, che significa letteralmente "Nessuno è tenuto a fare l'impossibile".
 
La revisione degli articoli 9 e 41 della Carta Costituzionale è anche in tal senso una buona notizia: il portato del nuovo testo avrà di certo ricadute anche sul lavoro dei giudici rafforzando i riferimenti normativi a fondamento delle istanze di protezione dagli impatti ambientali e climatici.
 

Liguria: fotovoltaico anche sui pontili del porto

posted Dec 5, 2009, 12:42 AM by Daniele Pulcini

Finale Ligure (SV), 26 aprile 07

Inaugurazione nuovo impianto

Nel porto turistico di Capo San Donato istallati 20 kW di fotovoltaico; l’impianto, integrato in una pensilina ombreggiante sul pontile, produrrà circa 25 mila kW annui ed i risparmi ottenuti (circa 15 mila euro l’anno) saranno sufficienti a coprire i costi di realizzazione

Alla presenza dell’Assessore Regionale all’Ambiente, Franco Zunino, e del Sindaco di Finale Ligure, Flaminio Richeri, è stato presentato oggi l’impianto fotovoltaico del porto turistico di Capo San Donato. Dopo gli impianti della scuola elementare di via Brunenghi e del fitodepuratore di Olle il comune ligure incrementa la propria produzione di energia da fonti rinnovabili con questo nuovo impianto della potenza di 20 kW. La struttura, tra le più grandi in provincia, è stata realizzata sul lato di levante del porto, in corrispondenza dei pontili ai quali sono ormeggiate le piccole imbarcazioni. Lo scheletro portante è in legno lamellare con una forma ispirata ad una carena di una nave che, oltre a sostenere i moduli fotovoltaici, assicura una zona d’ombra lungo la percorrenza pedonale. L’impianto, di tipo trifase, è composto dall’assemblaggio di cinque impianti monofase aventi potenza di 3,3 kW ed uno di potenza pari a 3 kW ed è dotato di un’apparecchiatura in grado di misurare la quantità di energia prodotta e le ore di funzionamento. (fonte Ansa)

Il centro sperimentale di Tor Mancina

posted Feb 9, 2009, 10:15 PM by Daniele Pulcini   [ updated Feb 9, 2009, 10:51 PM ]


È dotato dell'impianto lisimetrico più grande al mondo

di R. Francaviglia e P. Sequi

    Il centro sperimentale di Tor Mancina, di proprietà del Centro di ricerca per lo studio delle relazioni tra pianta e suolo ex Istituto Sperimentale per la Nutrizione delle Piante di Roma, è situato a 30 km a nord di Roma, lungo la Via Salaria, nel comune di Monterotondo. Immerso in un'azienda agricola di 57 ettari, è costituito da un impianto lisimetrico, una stazione di rilevamento climatico, un centro di calcolo ed un edificio da adibire a laboratori ed abitazione del custode. La parte più importante è senza dubbio quella relativa all'impianto lisimetrico che lo rendono uno strumento estremamente versatile per le ricerche sulle interazioni tra agricoltura e ambiente. Il centro è funzionante dal 1987 ed è presumibilmente il più grande esistente in Europa e nel mondo, se non come numero almeno per le dimensioni dei lisimetri.
    Un lisimetro è un blocco di terreno indisturbato, che viene prelevato ed inserito in un apposito contenitore. I lisimetri sono nati originariamente per la conduzione degli studi sul bilancio idrico delle colture e sulle prime formulazioni dell'evapotraspirazione delle colture. Solo negli ultimi anni hanno acquistato importanza negli studi di inquinamento ambientale, perché è possibile tenere sotto controllo diverse variabili pur mantenendo una buona rappresentatività della realtà. Gli studi lisimetrici sono quindi un buon mezzo per condurre esperimenti controllati in condizioni di campo, perché si possono confrontare simultaneamente diversi tipi di terreno, a parità di condizioni climatiche, e campionare in continuo le acque di percolazione, cosa impossibile nelle prove di campo. Avendo a disposizione un numero sufficiente di lisimetri è possibile confrontare gli effetti di scelte agrotecniche differenti (concimazioni, irrigazioni, ecc.) sullo stesso terreni o su diversi tipi di terreno contemporaneamente.
    La possibilità di raccogliere le acque di percolazione che escono dal fondo dei lisimetri offre molteplici applicazioni per la ricerca applicativa, come ad esempio gli studi sulla qualità delle acque sotterranee nel settore dei prodotti fitosanitari e dei fertilizzanti. Oppure la possibilità di studiare il destino ambientale di prodotti marcati che, soprattutto nel caso dei concimi azotati consentono di distinguere il comportamento dell'azoto somministrato da quello già presente nel terreno. Un altro aspetto da considerare è l'uso dei lisimetri per la valutazione del potenziale inquinamento delle falde idriche da parte di una sostanza. Il loro impiego può, infatti, fornire informazioni sulla concentrazione che una determinata sostanza raggiunge ad una certa profondità nel terreno ed in un certo tempo, consentendo di stilare graduatorie di mobilità e di pericolosità, vista anche la difficoltà di prevedere direttamente la concentrazione di una sostanza nelle acque di falda. Anche se non c'è sempre una correlazione diretta tra i lisimetri e i dati di campo, la concentrazione misurata al fondo di una serie di lisimetri, riempiti con uno o più suoli rappresentativi della realtà territoriale locale può consentire di fissare un indice di rischio per le acque di falda. Questo anche per fornire alle autorità locali e ai decisori uno strumento per l'identificazione delle aree vulnerabili dove studiare specifiche azioni di monitoraggio e misure preventive per la protezione delle acque.
    Molte normative internazionali relative al problema dell'inquinamento delle acque superficiali e sotterranee derivanti dalle attività agricole prescrivono i protocolli sperimentali da seguire per misurare la mobilità nel terreno e valutare l'impatto sulle acque sotterranee dei fitofarmaci, e fanno specifico riferimento all'uso dei lisimetri. Tra queste si possono citare la Direttiva Comunitaria 91/414 sulla registrazione dei fitofarmaci e la successiva Direttiva 95/36. Per i fertilizzanti non esistono metodi particolari per lo studio del loro impatto ambientale, ma i protocolli lisimetrici usati per i fitofarmaci possono essere impiegati con successo anche negli studi sui fertilizzanti.
    L'unico protocollo lisimetrico pubblicato è quello tedesco del Biological Research Centre for Agriculture and Forestry BBA. In Germania gli studi in lisimetro sono alla base delle ricerche sulla mobilità dei fitofarmaci da sottoporre a registrazione. Secondo la BBA i lisimetri devono essere riempiti con monoliti di suolo indisturbati, profondi 1-1.3 m, con superficie minima di 0.5 m2. Il terreno deve avere un'elevata percentuale di sabbia e un basso tenore di sostanza organica, cioè rappresentare quello che viene definito worst case. Anche la Direttiva CEE 91/414 sulla registrazione dei fitofarmaci tende ad identificarsi nelle linee guida tedesche, dato che prevede la conduzione di prove lisimetriche con terreni di medio impasto o sabbiosi, al fine di simulare condizioni estreme di pericolosità. Il concetto del worst case è ripreso anche nelle linee guida proposte dall'OECD e dal Federal Insecticide, Fungicide and Rodenticide Act (FIFRA).
    Vale la pena di ricordare che la Direttiva Comunitaria 80/778 sulle acque potabili impone un limite di concentrazione di 0.1 mg L-1 per i fitofarmaci nelle acque sotterranee, mentre la Direttiva 91/676 sulla protezione delle acque dai nitrati di origine agricola prescrive un limite di 50 mg L-1. Il recente Decreto Legislativo 99/152 che recepisce le Direttive Comunitarie 91/271 e 91/676, ha infine fissato dei livelli di riferimento per la qualità delle acque superficiali. Per i nitrati lo stato delle acque viene definito elevato, buono, sufficiente, scadente o pessimo se la concentrazione dei nitrati è di 1.3, 6.6, 22.1, 50.0 o supera i 50 mg L-1. Per il fosforo, i corrispondenti valori di concentrazione relativi agli obiettivi di qualità sono 0.07, 0.15, 0.30 e 0.6 mg L-1.

Descrizione del centro sperimentale

L'impianto lisimetrico

    L'impianto lisimetrico, completamente automatizzato, è costituito da 30 vasche cilindriche di varia profondità (1.5, 2.5 e 3.0 m), con una superficie di circa 2 m2 e riempite con terreni di diversa origine e composizione (Foto 1-3). I lisimetri, come accennato nell'introduzione, possono essere utilizzati sia per studi sull'evapotraspirazione sia per ricerche sul rilascio di fertilizzanti e fitofarmaci. Nel primo caso possono funzionare con una falda controllata che può essere posizionata a profondità variabile in rapporto allo sviluppo dell'apparato radicale. Nel secondo caso funzionano a percolazione libera assicurando la nutrizione idrica delle colture sulla base delle precipitazioni atmosferiche e delle irrigazioni.

I lisimetri sono all'interno di un'area coltivata omogenea

Foto 1. I lisimetri sono all'interno di un'area coltivata omogenea.

Un lisimetro prima del riempimento

Foto 2. Un lisimetro prima del riempimento.

Veduta dall'alto dei lisimetri

Foto 3. Veduta dall'alto dei lisimetri.

    Le vasche sono dotate di un sistema di controllo dell'ingresso e dell'uscita dell'acqua, costituito da una vaschetta di livello (Foto 4) che funziona sul principio dei vasi comunicanti ed è collegata ad un pluviometro di precisione. Il sistema è provvisto di collegamenti ad ogni lisimetro ed è alloggiato in un laboratorio sotterraneo (Foto 5 e 6).

Un particolare del sistema per il controllo della falda

Foto 4. Un particolare del sistema per il controllo della falda.

Ingresso del laboratorio sotterraneo

Foto 5. Ingresso del laboratorio sotterraneo.

Veduta d'insieme del sistema di controllo dei lisimetri

Foto 6. Veduta d'insieme del sistema di controllo dei lisimetri.

Interno del centro di calcolo situato nel laboratorio sotterraneo

Foto 7. Interno del centro di calcolo situato nel laboratorio sotterraneo.

    Se il sistema funziona a falda controllata, quando questa scende per effetto dell'evapotraspirazione si abbassa anche un galleggiante della vaschetta di livello che agisce su appositi contatti platinati. Si apre così un'elettrovalvola posta all'ingresso del pluviometro (precisione 20 ml), che assicura il ripristino del livello dell'acqua. La quantità di acqua che entra è conteggiata da un pluviometro e, mediante un contatto di prossimità, viene trasformata in impulsi elettrici e quindi memorizzata sia su contatore elettronico resettabile, sia sui datalogger collegati ad un elaboratore elettronico del centro di calcolo (Foto 7) anch'esso situato nel laboratorio sotterraneo in un apposito locale climatizzato. Se invece il livello di falda sale per effetto delle precipitazioni, il galleggiante all'interno della vaschetta si alza e, agendo su un secondo contatto platinato, apre l'elettrovalvola di scarico posta alla base del lisimetro. Mediante un pluviometro a vaschette oscillanti simile al precedente, il percolato (cioè l'acqua in eccesso) viene conteggiato e raccolto in appositi contenitori per le successive analisi.
    Nel caso che il sistema funzioni a percolazione libera (senza falda), il lisimetro è posto in comunicazione diretta con il pluviometro che misura l'acqua in eccesso. Quando le piogge o le irrigazioni superano la capacità di ritenzione idrica del terreno, l'acqua inizia a percolare dal fondo del lisimetro, viene conteggiata (sempre con la precisione di 20 ml) e memorizzata dai datalogger e dall'elaboratore elettronico. Il prelievo dell'acqua raccolta nei contenitori avviene ogni giorno se la percolazione è elevata, oppure con periodicità maggiore finché non si raccoglie un volume di acqua sufficiente per le analisi previste.

La stazione di rilevamento climatico

    I dati climatici vengono rilevati utilizzando una torre alta 20 metri e fornita di bracci per l'alloggiamento dei sensori (Foto 8-11). I parametri rilevati sono i seguenti:

- a 20 metri di altezza: temperatura ed umidità relativa dell'aria, radiazione solare, illuminamento, velocità e direzione del vento;

- a 15, 10 e 5 metri di altezza: temperatura ed umidità relativa dell'aria, velocità del vento;

- a 2.5 metri di altezza: temperatura ed umidità relativa dell'aria, velocità del vento, eliofania, pressione barometrica e temperatura all'infrarosso.

    A livello del terreno (Foto 12-13) si misurano invece le precipitazioni atmosferiche, l'evaporazione da superficie di acqua libera mediante l'evaporimetro Classe A pan (con misurazione automatica e manuale), la radiazione netta su prato e sul Classe A, la temperatura del terreno a 5, 10, 20 e 40 cm di profondità ed i flussi di calore nel terreno a 2.5, 7.5, 15 e 30 cm. Le connessioni di tutti i sensori sono situate alla base della torre di rilevamento, da dove i segnali sono inviati al centro di calcolo. 

Braccio con i sensori situati a 2.5 m di altezza

Foto 8. Braccio con i sensori situati a 2.5 m di altezza.

Braccio con i sensori situati a 20 m di altezza

Foto 9. Braccio con i sensori situati a 20 m di altezza.

Particolare della torre di rilevamento climatico

Foto 10. Particolare della torre di rilevamento climatico.

Veduta d'insieme della torre di rilevamento climatico

Foto 11. Veduta d'insieme della torre di rilevamento climatico.

Particolare dell'evaporimetro Classe A pan e del pluviometro

Foto 12. Particolare dell'evaporimetro Classe A pan e del pluviometro.

I due evaporimetri Classe A pan

Foto 13. I due evaporimetri Classe A pan.

Il centro di calcolo

    Il centro di calcolo acquisisce, memorizza, elabora e trasmette i dati rilevati dai sensori climatici e dall'impianto lisimetrico, che sono collegati via cavo con due datalogger elettronici. I datalogger sono dotati di una memoria interna di tipo ciclico, con circa 30.000 posizioni assegnate ai dati elaborati, che ne consentono la memorizzazione per oltre 4 ore in linea, oltre all'archiviazione in via cautelativa su modulo di memoria o cassetta magnetica, l'uscita su stampante e la trasmissione dei dati via modem. I datalogger sono stati programmati per effettuare una scansione su tutti i sensori ogni 10 secondi ed elaborare ogni minuto i dati provenienti dai sensori climatici, e ogni 10 minuti quelli dell'impianto lisimetrico. I dati elaborati e memorizzati dai datalogger sono prelevati automaticamente ogni ora da un elaboratore elettronico dedicato al sistema, che li memorizza in file di appoggio e al termine delle 24 ore li archivia in file definitivi di tipo orario e giornaliero.
    Nella configurazione descritta (30 lisimetri e stazione di rilevamento climatico) il sistema può rilevare 110.000 dati al giorno, memorizzandoli su un disco da 300 Mb che ne permette il mantenimento in linea per circa un anno. Ogni mese i dati sono anche memorizzati su supporto magnetico utilizzabile anche da altri elaboratori elettronici. Un sistema di maschere su video permette anche il colloquio dell'utente con il calcolatore per l'esecuzione sul posto delle seguenti operazioni:

- grafici su video;

- grafici su plotter;

- visualizzazione e stampa dei file di appoggio, orari e giornalieri;

- stampa dei riepiloghi mensili ed annuali.

    Sia la rappresentazione grafica che la stampa dei dati sono estremamente flessibili ed impostabili dall'utente nella forma voluta. Il sistema di trasmissione dati via modem consente infine l'accesso remoto e la memorizzazione in linea dei dati dei datalogger e del computer, e la loro utilizzazione per diversi utenti che possono creare e gestire delle banche dati personalizzate contenenti i parametri di loro interesse.

I risultati di alcune ricerche

    La Figura 1 si riferisce ad un'esperienza condotta con l'impianto lisimetrico descritto negli anni 1988-89 con lo scopo di valutare l'impatto dei fattori chimici della fertilità (essenzialmente fosforo ed azoto) sulle acque di percolazione. Risulta evidente l'effetto depurante del terreno sulle acque di percolazione che lo attraversano: in funzione della profondità dei lisimetri, che aumenta da 1.5 a 3 metri, le perdite di azoto diminuiscono drasticamente. In presenza di coltura (frumento) le perdite di azoto per lisciviazione sono inferiori di un fattore 100, e risultano praticamente annullate.

Esempio di lisciviazione di azoto dai lisimetri profondi

Figura 1. Esempio di lisciviazione di azoto dai lisimetri profondi 1.5 (blu), 2.5 (rosso) e 3.0 m (verde). Con coltura di frumento (linea tratteggiata) e senza coltura (linea intera).

    Nella Figura 2 si riporta un esempio di bilancio idrico per una rotazione colturale relativo ad un'esperienza sulla percolazione di acqua e la lisciviazione di un erbicida effettuata nel periodo 1993-96, inserita nel Programma Europeo COST Azione 66, "Fate of Pesticides in the Soil and the Environment". La percolazione di acqua ha avuto un andamento molto variabile durante la prova sperimentale, infatti l'ambiente di Tor Mancina mostra le caratteristiche climatiche tipiche degli ambienti mediterranei. Di conseguenza, in alcuni periodi invernali e primaverili il terreno è sempre stato saturo di acqua, e dopo ogni evento piovoso si aveva la percolazione di una quantità di acqua praticamente pari alle piogge. In estate, al contrario, non si sono mai verificati eventi di percolazione significativi, quindi tutti gli input idrici sono stati utilizzati per l'evapotraspirazione (differenza tra le entrate e le uscite).

Esempio di bilancio idrico

Figura 2. Esempio di bilancio idrico. Entrate = pioggia + irrigazioni; uscite = percolazione misurata totale di acqua.

    La Figura 3 illustra alcuni risultati ottenuti nel corso di una ricerca finalizzata alla valutazione delle possibilità di utilizzo di acque salmastre in ambiente mediterraneo. Al fine di evitare o quanto meno contenere la salinizzazione dei suoli, una tecnica suggerita per la valorizzazione delle acque salmastre consiste nel favorire la lisciviazione dei soluti apportati con l'acqua durante la stagione irrigua, somministrando volumi di adacquamento superiori a quelli necessari per riportare alla capacità idrica di campo lo strato di terreno interessato dall'apparato radicale. Le prove irrigue sono state condotte con acqua salmastra appositamente preparata: una tesi è stata irrigata con volumi unitari di acqua salmastra pari a 30 mm (L-0), una seconda tesi ha avuto una maggiorazione dei volumi irrigui pari al 30% (L-30) e la terza una maggiorazione del 60% (L-60). Il testimone C è stato irrigato con acqua dolce.
    I risultati hanno indicato buone possibilità per l'utilizzo di acque salmastre a scopo irriguo, in quanto non si sono manifestati preoccupanti accumuli di sali nel profilo. Emerge comunque la necessità di verificare l'evoluzione della salinità del terreno lungo il profilo ed intervenire con acqua di lisciviazione quando la conducibilità elettrica risulta superiore a quella compatibile sia con le caratteristiche del suolo che con il calo di produzione previsto.


Figura 3. Variazioni della conducibilità elettrica (Ece in dS m-1) in funzione della profondità per le tesi irrigue e per il testimone.


http://www.isnp.it/Tor%20Mancina/tormancina.htm


Glossario coeweb istat

posted Feb 5, 2009, 8:22 AM by Daniele Pulcini

Glossario

Acquisti

Paese di destinazione

Archivio degli operatori economici del commercio
   estero

Paese di origine

Archivio Statistico delle Imprese Attive (A.S.I.A.)

Paese di provenienza

Cessioni

Presenze operatori economici o imprese che realizzano scambi con l'estero

CIF (cost, insurance and freight)

Provincia di destinazione

Condizioni di consegna

Provincia di provenienza

Depositi franchi

Province (o regioni) diverse o non specificate

Disponibilità per usi interni

Provviste di bordo

Esportazioni

Punti franchi

Esportazioni temporanee

Quantità

FOB (free on board)

Ragione di scambio

Immissione in libera pratica (di merci)

Reimportazioni

Importazioni

Riesportazioni

Intrastat

Trattato sull'Unione europea

Importazioni temporanee

Ripartizioni territoriali

Impresa esportatrice/importatrice

Soglia di assimilazione

Mercato unico (mercato interno all'UE)

Unione economica e monetaria (Uem)

Merci

Unità supplementare

Modo di trasporto

Valore medio unitario

Natura della transazione

Valore statistico

Operatore economico del commercio con l'estero

Valore rilevato

Operatore soggetto a dichiarazione Intrastat

Valuta di fatturazione

Acquisti Torna inizio pagina

Transazioni commerciali effettuate nell'ambito dell'Unione europea che prima del Mercato Unico indicavano le importazioni.

Archivio degli operatori economici del commercio con l'estero Torna inizio pagina

Lista degli operatori economici che hanno effettuato, nel periodo considerato, transazioni commerciali con l'estero.

Archivio Statistico delle Imprese Attive (ASIA) Torna inizio pagina

Archivio delle Unità statistiche di osservazione delle Indagini economiche dell'Istituto, creato in ottemperanza al Regolamento (CEE) n.2186/93 del Consiglio del 22 luglio 1993, relativo al "coordinamento comunitario dello sviluppo dei registri di imprese utilizzati a fini statistici" e in attuazione del decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 26 febbraio 1994. Raccoglie le informazioni identificative (denominazione, localizzazione), strutturali (addetti, attivita' economica prevalente e secondaria, natura giuridica, volume degli affari) e demografiche (data inizio attività, data di cessazione, stato di attività, presenza di procedure concorsuali) di tutte le imprese (e relative unita' locali) attive in tutti i settori di attivita' economica, ad eccezione delle sezioni A, B, L, P e Q e dei soggetti privati (non-profit) della classificazione Ateco '91. E' stato creato, ed è aggiornato annualmente, sulla base del trattamento statistico e dell'integrazione delle informazioni residenti in differenti archivi giuridici, amministrativi e di esazione. In particolare, le principali fonti utilizzate sono: il Repertorio Economico Amministrativo (REA) gestito dalle Camere di Commercio, l'archivio anagrafico dell'Inps integrato con le dichiarazioni annuali desunte dai modelli presentati dalle imprese (DM/10), l'archivio anagrafico dell'Inail, l'Anagrafe Tributaria integrata con dichiarazioni annuali IVA, gli archivi delle "utenze affari" dell'Enel e della Telecom, l'archivio anagrafico delle banche della Banca d'Italia. Per l'aggiornamento delle informazioni contenute in ASIA vengono inoltre utilizzate tutte le informazioni desumibili da tutte le indagini statistiche sulle imprese.  

Cessioni Torna inizio pagina

Transazioni commerciali effettuate nell'ambito dell'Unione europea che prima del Mercato Unico indicavano le esportazioni.

CIF (cost, insurance and freight) Torna inizio pagina

Clausola tradizionale dei contratti di trasporto prevalentemente di tipo marittimo, impiegata nelle statistiche nazionali ed internazionali del commercio estero per indicare il valore delle merci incluso i costi di trasporto e di assicurazione dal luogo di produzione o di commercializzazione estero fino alla frontiera nazionale dell'acquirente.

Condizioni di consegna Torna inizio pagina

Clausole dei contratti di compravendita del commercio internazionale relative ai termini che indicano il luogo di resa della merce con i conseguenti oneri e rischi connessi; i prezzi di vendita della merce sono, di conseguenza, influenzati dai termini di resa concordati. Tra queste clausole sono comprese quelle di CIF e FOB che costituiscono la base di valutazione rispettivamente delle importazioni e delle esportazioni.

Depositi franchi Torna inizio pagina

Magazzini recintati e vigilati dalla Guardia di Finanza, non appartenenti al territorio doganale, nei quali sono introdotte le merci provenienti dall'estero che non hanno subito alcuna verifica doganale o pagamento di tributi e quelle di provenienza nazionale che, accompagnate dai documenti doganali di uscita, sono momentaneamente in attesa di passare la frontiera e quindi sono di fatto considerate esportate in via definitiva.

Disponibilità per usi interni Torna inizio pagina

Somma della produzione e delle importazioni nette. Rappresenta la quota di produzione interna e di importazione destinata ai consumi interni intermedi e finali.

Esportazioni Torna inizio pagina

Trasferimenti di beni (merci) e di servizi da operatori residenti a operatori non residenti (Resto del mondo). Le esportazioni di beni includono tutti i beni (nazionali o nazionalizzati, nuovi o usati) che, a titolo oneroso o gratuito, escono dal territorio economico del Paese per essere destinati al Resto del mondo. Esse sono valutate al valore FOB (free on board) che corrisponde al prezzo di mercato alla frontiera del Paese esportatore. Questo prezzo comprende: il prezzo ex-fabrica, i margini commerciali, le spese di trasporto internazionale e gli eventuali diritti all'esportazione. Le esportazioni di servizi comprendono tutti i servizi (trasporto, assicurazione, altri) prestati da unità residenti a unità non residenti.

Esportazioni temporanee Torna inizio pagina

Merci italiane spedite temporaneamente in uno stato estero a scopo di perfezionamento (lavorazione, trasformazione o riparazione. Le esportazioni temporanee a fini di riparazione sono escluse dalle statistiche del commercio con l'stero.

FOB (free on board) Torna inizio pagina

Clausola tradizionale dei contratti di trasporto, prevalentmente marittimo, che indica nella quotazione dei prezzi delle merci che le spese di spedizione e i rischi sono a carico del venditore fino al caricamento della merce sul mezzo di trasporto. Tale clausola è utilizzata nelle statistiche del commercio estero nazionali ed internazionali per indicare il valore delle merci inclusi i costi di trasporto e di assicurazione dal luogo di produzione o di commercializzazione fino alla frontiera nazionale del venditore.

Immissione in libera pratica Torna inizio pagina

Nell'ambito del mercato dell'Ue si considerano immesse in libera pratica le merci provenienti da paesi extracomunitari per le quali si sono adempiute in uno Stato comunitario le formalità di importazione e riscossi, senza ristorno, i dazi doganali.

Importazioni Torna inizio pagina

Sono costituite dagli acquisti all'estero (Resto del mondo) di beni (merci) e di servizi introdotti nel territorio nazionale. Le importazioni comprendono tutti i beni (nuovi o usati) che, a titolo oneroso o gratuito, entrano dal territorio economico del Paese in provenienza dal Resto del mondo. Esse possono essere valutate al valore FOB o al valore CIF (costo, assicurazione, nolo) che comprende: il valore FOB dei beni, le spese di trasporto e le attività assicurative tra la frontiera del Paese esportatore e la frontiera del Paese importatore. Le importazioni di servizi includono tutti i servizi (trasporto, assicurazione, altri) prestati da unità non residenti a unità residenti.

Importazioni temporanee Torna inizio pagina

Merci provenienti da uno Stato estero introdotte, temporaneamente, nel territorio nazionale a scopo di perfezionamento (lavorazione, trasformazione o riparazione). Le importazioni temporanee a fini di riparazione sono escluse dalle statistiche del commercio co l'estero.

Impresa esportatrice/importatrice Torna inizio pagina

Impresa dell'industria e dei servizi che, sulla base dell'integrazione tra l'Archivio Statistico delle Imprese Attive (ASIA) e quello degli opratori economici del commercio estero, risulta aver effettuato transazioni commerciali con l'estero nell'anno di osservazione.

Intrastat Torna inizio pagina

Sistema di rilevazione relativo alle statistiche sugli scambi di beni tra gli Stati Membri dell'Unione europea, nel quale sono stabilite soglie temporali per le dichiarazioni degli operatori che effettuano tali scambi.

Mercato unico (mercato interno all'Ue) Torna inizio pagina

Nasce formalmente il 1° gennaio 1993, a seguito della progressiva eliminazione delle barriere fisiche alla libera circolazione di merci, persone, servizi e capitali all'interno dell'area comunitaria.

Merci Torna inizio pagina

Beni mobili, ossia tutti i prodotti concreti e tangibili oggetto di transazione commerciale. L'energia elettrica, pur non essendo un bene mobile, è considerata merce ai fini statistici. Nelle statistiche del commercio con l'estero sono incluse tutte le merci che formano oggetto di scambi internazionali, ad eccezione di quelle che, per la loro particolare natura ovvero a seguito di accordi intervenuti in sede internazionale, vengono escluse dalla rilevazione.

Modo di trasporto Torna inizio pagina

Modalità di trasporto utilizzata per l'introduzione o l'uscita delle merci: dal territorio comunitario per gli scambi con i paesi non appartenenti all'Unione europea; dallo Stato membro di spedizione o di acquisto per gli scambi comunitari. Tali modalità includono: trasporto marittimo, ferroviario, stradale, aereo, spedizioni postali, installazioni fisse (funivie, gasdotti, ecc.), trasporto per vie d'acqua e propulsione propria (quest'ultima relativa alle merci oggetto di una transazione, quali navi o aerei, nel caso in cui raggiungano con mezzi propri il paese di destinazione).

Natura della transazione Torna inizio pagina

Individua il tipo di motivazione che accompagna la movimentazione della merce estera e nazionale al momento dell'introduzione o dell'uscita dal territorio dello Stato. Sulla base della stessa è possibile determinare il corrispondente regime statistico e distinguere le transazioni definitive, quelle temporanee, le reimportazioni e riesportazioni di merci.

Operatore economico del commercio con l'estero Torna inizio pagina

Il soggetto economico identificato sulla base della partita IVA che risulta aver effettuato almeno una transazione commerciale con l'estero nel periodo considerato.

Operatore soggetto a dichiarazione Intrastat Torna inizio pagina

Soggetto economico tenuto alla presentazione degli elenchi riepilogativi intracomunitari. A partire dal 2007 gli elenchi riepilogativi sono: 1. per le cessioni intracomunitarie: a) mensili, per i soggetti che hanno realizzato nell'anno precedente o, in caso di inizio dell'attività di scambi intracomunitari, presumono di realizzare nell'anno in corso cessioni intracomunitarie per un valore superiore a 250.000,00 euro; b) trimestrali per i soggetti con ammontare di cessioni intracomunitarie superiori a 40.000,00 euro; c) annuali, per i restanti soggetti; 2. per gli acquisti intracomunitari: a) mensili, per i soggetti che hanno realizzato nell'anno precedente o, in caso di inizio dell'attività di scambi intracomunitari, presumono di realizzare nell'anno in corso acquisti intracomunitari per un valore superiore a 180.000,00 euro; b) annuali, per i restanti soggetti.

Paese di destinazione Torna inizio pagina

L'ultimo paese conosciuto, al momento dell'esportazione, verso il quale le merci risultano spedite.

Paese di origine Torna inizio pagina

Paese nel quale le merci sono interamente ottenute. Nel caso di merci alla cui produzione abbiano contribuito due o più paesi, queste sono considerate originarie del paese in cui é avvenuta l'ultima lavorazione o trasformazione sostanziale che ha originato il prodotto nuovo o una fase importante della lavorazione. Anche l'Italia può essere paese di origine per le merci prodotte, spedite all'estero e successivamente reintrodotte nel territorio statistico italiano.

Paese di provenienza Torna inizio pagina

Il paese dal quale le merci risultano essere state spedite.

Presenze operatori economici o imprese che realizzano scambi con l'estero Torna inizio pagina

Numero complessivo di operatori che effettuano transazioni verso i singoli mercati di destinazione delle merci relativamente ai diversi gruppi di prodotti. Un singolo operatore o una singola impresa infatti può operare, nell'intervallo temporale di riferimento, contemporaneamente da più regioni verso più mercati esteri vendendo o acquistando più di un tipo di prodotto.

Provincia di destinazione Torna inizio pagina

Provincia del territorio nazionale in cui le merci devono essere consumate o costituire l'oggetto di operazioni di montaggio, assemblaggio, trasformazione, riparazione o manutenzione; diversamente la provincia di destinazione è la provincia verso cui le merci sono spedite, oppure quella in cui deve svolgersi l'attività di commercializzazione. I flussi temporanei a fini di riparazione sono esclusi dalle statistiche del commercio con l'estero.

Provincia di provenienza Torna inizio pagina

Provincia del territorio nazionale in cui le merci sono state prodotte oppure hanno costituito l'oggetto di operazioni di montaggio, assemblaggio, trasformazione, riparazione o manutenzione; diversamente la provincia d'origine è la provincia da cui le merci sono state spedite, oppure in cui si è svolta l'attività di commercializzazione. I flussi temporanei a fini di riparazione sono esclusi dalle statistiche del commercio con l'estero.

Province (o regioni) diverse o non specificate Torna inizio pagina

Nell'ambito delle statistiche territoriali, voce che raccoglie le operazioni commerciali per cui non è possibile specificare con esattezza la provincia cui la transazione si riferisce. Tale è il caso, ad esempio, degli acquisti di beni rivolti a soddisfare una domanda interna non immediata e che, per tale ragione, sono destinati a raggiungere i luoghi di effettivo utilizzo in tempi diversi; oppure di quelle operazioni di vendita all'estero effettuata a groupage e per le quali non è agevole indicare i luoghi di produzione; oppure delle transazioni effettuate dagli operatori che presentano gli elenchi riepilogativi trimestrali o annuali.

Provviste di bordo Torna inizio pagina

Merci nazionali consegnate a navi e aerei esteri come provviste e dotazioni di bordo.

Punti franchi Torna inizio pagina

Aree al di fuori del territorio doganale in cui le merci introdotte provenienti dall'estero non subiscono alcuna verifica doganale o pagamento di tributi, e le merci di provenienza nazionale sono considerate come esportate in via definitiva.

Quantità Torna inizio pagina

Normalmente espressa in chilogrammi, rappresenta il peso netto (massa netta) che risulta dalla pesatura della merce privata degli imballaggi, esclusi quelli non separabili dalla merce nella vendita al minuto. Le quantità espresse in unità di misura supplementari sono normalmente riconducibili al peso in chilogrammi.

Ragione di scambio Torna inizio pagina

Rapporto percentuale fra indice dei valori medi unitari all'esportazione e indice dei valori medi unitari all'importazione.

Reimportazioni Torna inizio pagina

Merci italiane reintrodotte nel territorio nazionale a seguito di una temporanea spedizione in un altro Stato a scopo di perfezionamento (lavorazione, trasfomazione o riparazione). Le reimportazioni a fini di riparazione sono escluse dalle statistiche del commercio con l'estero.

Riesportazioni Torna inizio pagina

Merci, già provenienti da uno Stato estero, spedite all'estero a seguito di una temporanea introduzione nel territorio nazionale a scopo di perfezionamento (lavorazione, trasfomazione o riparazione). Le riesportazioni a fini di riparazione sono escluse dalle statistiche del commercio con l'estero.

Ripartizioni territoriali Torna inizio pagina

Aggregazioni territoriali convenzionali che raggruppano diverse regioni. Le ripartizioni geografiche tradizionali sono: Italia nord-occidentale, Italia nord-orientale, Italia centrale, Italia meridionale e Italia Insulare. L'Italia nord-occidentale comprende: Piemonte, Valle d'Aosta, Lombardia e Liguria. L'Italia nord-orientale comprende: Trentino-Alto Adige, Veneto, Friuli-Venezia Giulia ed Emilia-Romagna. L'Italia centrale comprende: Toscana, Umbria, Marche e Lazio. L'Italia meridionale comprende: Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata e Calabria. L'Italia insulare comprende: Sicilia e Sardegna.

Soglie di assimilazione per l'indagine Intrastat Torna inizio pagina

Soglie fissate annualmente con Decreto del Ministero dell'Economia e delle Finanze che definiscono gli operatori tenuti alla compilazione mensile del modello Intrastat.

Trattato sull'Unione europea Torna inizio pagina

Firmato a Maastricht il 7 febbraio 1992, contiene disposizioni che modificano il trattato di Roma istitutivo della Cee (1957) e i Trattati istitutivi della Ceca e dell'Euratom, nonchè disposizioni relative alla politica estera e di sicurezza comune e alla cooperazione nei settori della giustizia e affari interni. La parte III del trattato sulla Ue riguarda la Uem. E' stato modificato dal trattato di Amsterdam del 2 ottobre 1997. Modifiche successive sono riportate nel trattato di Nizza n.C80 del 10 marzo 2001. Il trattato costituzionale europeo, firmato nell'ottobre del 2004, abroga e sostituisce mediante un testo unico tutti i trattati esistenti, ad eccezione del trattato Euratom. La costituzione entrerà in vigore solo dopo la sua ratifica da parte degli Stati membri.

Unione economica e monetaria (Uem) Torna inizio pagina

Il trattato sull'Unione europea definisce le tre fasi principali del processo di realizzazione della Uem nell'Unione europea. La prima fase, iniziata nel luglio 1990 e conclusasi il 31 dicembre 1993, è stata caratterizzata principalmente dall'eliminazione di tutte le barriere al libero movimento dei capitali in seno alla Ue. La seconda fase, iniziata il 1° gennaio 1994, è stata caratterizzata dalla costituzione dell'IME, dal divieto di finanziamento monetario e di accesso previlegiato alle istituzioni finanziarie per il settore pubblico e dall'obbligo di evitare disavanzi eccessivi. La terza fase è iniziata il 1° gennaio 1999, conformemente alla decisione di cui all'art.109j (4) del trattato, con il trasferimento delle competenze monetarie degli undici paesi partecipanti a tale fase all'Eurosistema e l'introduzione dell'euro.

Unità supplementare Torna inizio pagina

Unità fisica di misura della merce diversa da quella espressa in chilogrammi (numero, paia, ecc.).

Valore medio unitario Torna inizio pagina

Rapporto tra valore delle merci scambiate e quantità delle stesse.

Valore statistico Torna inizio pagina

Base di valutazione convenzionale, definita a livello internazionale, che comprende, oltre al valore ex-fabrica della merce, le spese afferenti al trasferimento della merce sostenute dalla fabbrica fino alla frontiera nazionale del paese importatore (valore CIF) od esportatore (valore FOB). Sono considerate spese afferenti al trasferimento della merce le spese di transito, di assicurazione, di carico e scarico, le senserie, le commissioni, il costo degli imballaggi e le spese di condizionamento.

Valore rilevato Torna inizio pagina

A partire dal 1° gennaio 1998 una parte consistente degli operatori attivi negli scambi di merci a livello intracomunitario (in termini di fatturato estero, a partire dal 1° gennaio 2003, la soglia minima è stata fissata a 4.300.000 euro per le cessioni e a 2.500.000 euro per gli acquisti) è stata esonerata dalla dichiarazione del valore statistico (FOB alle esportazioni e CIF alle importazioni) pur continuando a dichiarare l’importo fatturato. L’ISTAT ha provveduto a stimare la componente mancante di valore statistico: fino al 2002 tale ricostruzione è stata fatta a livello di sistema armonizzato con la conseguenza che, per alcune elaborazioni, quali l'interscambio di merci a livello di voci della nomenclatura combinata e l'analisi territoriale delle esportazioni e delle importazioni, si è dovuto fornire il valore rilevato che combina valore statistico e importo fatturato. Dal 2003 un nuovo studio ha permesso la ricostruzione del valore statistico a livello di nomenclatura combinata e pertanto tutte le elaborazioni, a qualunque livello, riportano il valore statistico.

Valuta di fatturazione Torna inizio pagina

Divisa nazionale o estera utilizzata come mezzo di pagamento delle transazioni commerciali. E' rilevata solo in relazione agli scambi commerciali con i paesi extra Ue.

Le batterie ricaricabili

posted Jan 19, 2009, 9:19 AM by Daniele Pulcini   [ updated Jan 19, 2009, 9:20 AM ]

Le batterie ricaricabili

Sistemi di ricarica:

  • A corrente costante
    E' il classico sistema di ricarica delle batterie NiCd, è affidabile, costa poco e si realizza semplicemente con qualche transistor o con un solo integrato (vedi lo schemi proposti sul sito).
    Attenzione al fatto che i caricabatteria molto economici per limitare la corrente usano una semplice resistenza di valore adeguato in serie all'alimentazione. In questo modo c'è il rischio di danneggiare le batterie, infatti durante la ricarica la tensione varia e quindi anche la corrente, così succede che all'inizio della ricarica la corrente è molto elevata e poi decresce fino a fine carica.

  • A corrente impulsiva
    E' il sistema più recente, la corrente è sempre costante ma è fornita in maniera impulsiva, solitamente sotto forma di onda quadra. Questo sistema dovrebbe permettere una migliore ricarica del pacco e una vita più lunga.

  • A corrente variabile
    Gli ultimi caricabatteria computerizzati usano particolari algoritmi di carica, usando correnti sia lineari che impulsive..

Per la scarica non esistono sistemi particolari, le batterie al NiCd o NiMh devono essere semplicemente scaricate fino ad un valore pari a 0,9-1 volt per elemento.

Altre caratteristiche da controllare prima di acquistare un caricabatteria sono:

- La possibilità di elevare la tensione di entrata.
Infatti se adoperiamo un apparecchio 12 volt e dobbiamo ricaricare pacchi da più di 8 celle dobbiamo obbligatoriamente elevare la tensione.

- Corrente di carica/scarica massima per numero di celle

- La possibilità di eseguire più cicli di carica/scarica
I cicli servono per formattare i pacchi nuovi o ridare vita a pacchi fermi da tempo, non è una funzione indispensabile ma è sicuramente molto comoda.

- Eventuali protezioni
Inversione della polarità, tensione massima e minima di alimentazione ecc. ecc.

- Profili di carica/scarica per differenti tipi di batterie

- Informazioni varie
Tempi di carica/scarica, ampere caricati/scaricati, ecc. ecc.

- Eventuali sistemi di raffreddamento attivi/passivi

- Cicalino di avviso per fine carica

Vediamo come scegliere il caricabatteria
Se intendiamo dedicarci esclusivamente al volo elettrico un buon caricabatteria è assolutamente indispensabile, infatti con le continue ricariche rapide dei nostri pacchi se non usiamo un buon apparecchio c'è il rischio di danneggiare seriamente i nostri accumulatori e considerando il fatto che gli accumulatori costruiti apposta per il volo elettrico non sono proprio a buon mercato, vale la pena spendere qualcosa in più all'inizio. I migliori caricabatteria per carica rapida sono quelli con rilevamento a Delta Peak, sono gli unici che ci permettono di ottenere una carica al 100% senza danneggiare i nostri accumulatori, vi sconsiglio invece i vecchi apparecchi a timer altamente inaffidabili. Inoltre se usate pacchi al NiMh è indispensabile usare apparecchi dell'ultima generazione o con un profilo di carica specifico, infatti i vecchi modelli possono non essere sufficientemente sensibili per rilevare il delta peak. Per il numero di celle da ricaricare considerate che ormai tutti i modelli arrivano almeno a 20/25 celle, numero sufficiente per la maggior parte dei modelli, inoltre controllate che la corrente fornita per il numero di celle che adoperate di solito sia adatta hai vostri scopi. Se invece vi serve semplicemente un caricabatteria per ricaricare i pacchi del ricevitore e del trasmettitore è inutile acquistare un apparecchio molto costo e ultra sofisticato, un modello a carica lenta va benissimo, inoltre se è dotato di uscite per caricare più pacchi e della funzione di scarica è anche meglio.

Come usare il caricabatteria da 12volt con la 220 di casa
Per usare il vostro apparecchio da campo con la 220 di casa avete 2 possibilità, o vi dotate di un ottimo alimentatore stabilizzato con una uscita di almeno 5/10ampere (la corrente dipende comunque da quanta ne richiede il vostro caricabatteria) oppure usate una piccola batteria al piombo tipo da moto o da auto (consigliata).
Un trucco per risparmiare qualche lira è di adoperare una vecchia batteria da auto ormai esaurita, con un caricabatteria da auto economico che la ricarica mentre la usiamo per il nostro caricabatteria da campo, tutto il marchingegno serve a stabilizzare e filtrare la tensione in uscita dal caricabatteria da auto, che nei modelli economici non è molto pulita e può causare problemi ai nostri apparecchi.



Link Correlati:
  • Le celle al Litio
  • Cenni sulle batterie Ricaricabili
  • Alimentatore 220/12volt a basso costo
  • TRASPORTI Ritardo voli - Assistenza ai passeggeri e risarcimento danni

    posted Dec 24, 2008, 4:07 AM by Daniele Pulcini


    In caso di ritardo, oltre alle forme di assistenza previste dal regolamento comunitario n. 261/2004, la compagnia aerea è responsabile del danno subito dal passeggero in virtù della Convenzione di Montreal. In questo caso al passeggero spetta un risarcimento che va fino a euro 4.800,00 circa.

    Come è facile comprendere le due ipotesi non si escludono perché mentre una attiene all’aspetto risarcitorio, l’altra è relativa all’assistenza, che deve essere prestata al passeggero nell’immediatezza. 

    Il diritto al risarcimento per danni si prescrive entro due anni e può essere richiesto alla compagnia aerea con cui è stato stipulato il contratto o a quella che opera il volo, se diversa.

    In tutti i casi di ritardo di voli in partenza dal territorio italiano, il passeggero deve ricevere informazioni dalla compagnia aerea, dal suo rappresentante o tramite il soggetto che fornisce l’assistenza passeggeri, sul ritardo e sulle sue cause contestualmente alla conoscenza delle stesse da parte degli organismi preposti e comunque entro la prevista ora d’imbarco. Successivamente le informazioni saranno fornite almeno ogni 30 minuti.

    Questo quanto previsto dalla Convenzione di Montreal. Vediamo, adesso, cosa spetta al cittadino in base al regolamento comunitario 261, quando la partenza dell’aeromobile sia ritardata rispetto all’orario di partenza previsto.

    In caso di ritardo del volo rispetto all’orario di partenza previsto di almeno due ore per le tratte aeree fino a 1.500 Km, di almeno tre ore per tutte le tratte aeree intracomunitarie superiori a 1.500 Km e per tutte le altre tratte aeree comprese tran i 1.500 e i 3.500 Km, nonché di almeno quattro ore per tutte le tratte aeree superiori ai 3.500 Km al di fuori dell’ U.E., il vettore ha l’obbligo di fornire al passeggero, a titolo gratuito, pasti e bevande in congrua relazione alla durata dell’attesa, due chiamate telefoniche o messaggi via telex, fax o posta elettronica. Inoltre, nel caso in cui sia necessario un pernottamento, deve essere garantita adeguata sistemazione in albergo, oltre al trasporto tra l’aeroporto ed il luogo di sistemazione.

    Quando, invece, il ritardo supera le cinque ore, il vettore ha l’obbligo di fornire il rimborso o l’imbarco su un volo alternativo. Al passeggero, quindi, deve essere offerta la scelta tra il rimborso entro sette giorni, senza penali, dell’intero biglietto per la parte del viaggio non effettuata oppure anche per la parte di viaggio già effettuata, se divenuta inutile rispetto al programma di viaggio iniziale. Se del caso il passeggero può scegliere per un volo di ritorno verso il punto di partenza iniziale, non appena possibile o l’ imbarco su un volo alternativo per la destinazione finale, in condizioni di viaggio comparabili, non appena possibile. Il consumatore, infine, può anche scegliere l’ imbarco su un volo alternativo per la destinazione finale, in condizioni di viaggio comparabili, ad una data successiva a lui più conveniente, a seconda della disponibilità di posti.

    Occhi aperti, allora, e se qualcuno vi dice che non avete diritto al risarcimento, fategli pure marameo!  

    avv. Carmelo Calì - Presidente Confconsumatori Sicilia


    Clicca QUI per scaricare il modulo UE di reclamo al vettore aereo e/o un organismo nazionale competente per violazione del Regolamento UE n.261/2004



    L'ape - dal bestiario popolare della Regione Emilia Romagna

    posted Dec 16, 2008, 12:39 PM by Daniele Pulcini

    Immagine dell'apeApe
    Apis mellifera

    Classe Insetti - Ordine Imenotteri

    ava (6) avi (2) ävia (1) avitta (4) bega (4) bèga (8) bèiga (2-3) ev (5) èva (4-9) eva(7) vrespa (2)

    Patroni: sant’Ambrogio di Milano e san Bernardo di Chiaravalle

    L'apicoltura fu in passato, come del resto la bachicoltura, una di quelle attività integrative intraprese dai contadini più per necessità che per vocazione. Il governo delle api non rientrava infatti tra le loro mansioni abituali, ma era una possibilità per fare quadrare il gramo bilancio familiare. Il miele prodotto, benché molto gradito dai contadini, veniva perciò venduto. A parte un piccola scorta serbata per nutrire le api d’inverno e per curare bronchiti o infiammazioni alle vie respiratorie, il miele veniva ceduto e usato come dolcificante, semplice alimento, oppure impiegato in farmacologia.
    Dell’ape è proverbiale la litigiosità; nel Reggiano si dice ad esempio L’ée ‘na vrèspa (È un ape), a chi punzecchia e disturba il prossimo. La voce dialettale bega (ape), poi, comune a molti dialetti del Nord, significa litigio, da cui anche il verbo begare "litigare". L’origine del termine è probabilmente gotico, dato che anche in questa lingua bega corrisponde a "litigio", che è proprio la reazione che le api hanno quando vengono impunemente stuzzicate.
    Una credenza diffusa tra i nostri avi era quello che il miele, pur considerato un alimento sopraffino, non fosse altro che escremento d’ape. Ciò traspare anche da un indovinello romagnolo: Longa lungâgna, la ve da la muntâgna, la chéga una zérta mérda ch’u la mâgna nech u pépa (Lunga lungagna, viene dalla montagna, caca una certa merda che la mangiano anche i papi).
    Tra gli apicoltori improvvisati (quasi tutti), era comune attribuire al fato (e al Signore) i successi e le disavventure del loro lavoro.
    La prima azione da compiere per garantirsi un buon raccolto di miele, ed evitare letali epidemie nell’arnia, era a quella di offrire in dono, alla Madonna della più vicina parrocchia, metà della cera prodotta dall’alveare.
    Un’altra comune superstizione, diffusa soprattutto tra i più scaltri e sfaccendati, era di considerare il miele migliore e più abbondante quello prodotto da api rubate o trovate. Anche se si rischiava di prendere legnate dal vicino, era consuetudine sottrarre intere colonie d'api durante la sciamatura, attirandole con sistemi più o meno leciti.
    Anche la risaputa castità dell’ape - alla sola regina sono riservati i piaceri dell’amore - ha generato alcune divertenti superstizioni. Si crede infatti che le api, quando devono individuare chi pungere tra un gruppo di persone, scelgano spesso quella che da meno tempo ha goduto dei piaceri della carne, ed evitino sempre e comunque, anche se irritate, d’infastidire e pungere le ragazze vergini.
    Nella medicina popolare vigeva l’abitudine di usare la puntura d’ape per curare i dolori reumatici. Per costringere questi insetti a colpire nel punto giusto, venivano rinchiusi dentro un bicchiere appoggiato sulla parte dolorante e provocati. Se servisse o meno non è certo, ma il dolore provocato dalla puntura, almeno per un po’ di tempo, faceva sicuramente dimenticare quello reumatico.
    Per concludere, due ultime notiziole: le api sono sempre insetti di buon auspicio e, trovarsele in casa, è segno di buone notizie in arrivo. Quando, infine, le api sono numerose, e pungono di frequente, è segno di prosperità, quando pungono poco e sono rare, di carestia.

    Aree dialettali di riferimento: 1) Piacenza; 2) Parma; 3) Reggio Emilia; 4) Modena; 5) Bologna; 6) Ferrara; 7) Romagna; 8) Novi di Modena; 9) Cento (Fe); 10) Guastalla (Re); 11) Borgotaro (Pr); 12) Alta Valle del Reno (Bo); 13) Carpi (Mo)


    La civetta - dal bestiario popolare della Regione Emilia Romagna

    posted Dec 16, 2008, 12:34 PM by Daniele Pulcini


    Immagine della CivettaCivetta
    Athene noctua

    Classe Uccelli - Ordine Strigiformi

    sivëta (1) sivëtla (1) zivátta (4) zivétta (3zivètta (2) zvátta (4) zveta (7) zvètta (5) zuétta (6)

    Patroni: san Francesco d’Assisi, san Biagio di Sebaste e san Gallo di Bregenz

    Questo rapace notturno è ingiustamente ritenuto portatore di sventure, di lutti e rovine. Secondo tradizione, vedere una civetta o sentirne il canto porta sfortuna ed è presagio di morte. Più in dettaglio, alcuni credono che indichi morte quando il suo canto fa cuc-cuc e una nascita quando fa ciu-ciu. A Modena, per scaramanzia, quando ne avvertono la presenza dicono Tès zvátta (taci civetta), imperativo esteso anche a iettatori e malelingue. Altri ancora sostengono che porti disgrazia solo alla casa verso la quale volge lo sguardo, e fortuna agli occupanti di quella sulla quale è posata. 
    Di sicuro, bisogna evitare d'incontrarla nella notte che precede l’Epifania. Secondo un'antica credenza, ricordata anche dal proverbio La nota dla Pasqueta e scor e' ciù e la zveta (La notte della Pasquetta parlano il chiù e la civetta), si crede che in questa magica notte gli animali acquistino la parola e abbiano il potere di maledire gli umani che osano origliare i loro discorsi.
    Il motivo di questa diffidenza verso la civetta deriva probabilmente dal suo aspetto: l'atteggiamento severo, unito alle abitudini notturne e al canto lugubre e malinconico, hanno acceso la fantasia popolare, portando alla creazione di leggende e ispirando tali superstizioni. Quando la civetta batte contro il vetro della finestra, è segno che presto una disgrazia colpirà quella casa.
    In alcuni luoghi, specialmente montani, per tenere lontano il malocchio si usava inchiodare questo rapace notturno alla porta della stalla o di casa. Fer la zvètta
    (5)(Fare la civetta), o il zvitoùn(4(civettone), equivale ad assumere un atteggiamento seducente, ammiccante verso l'altro sesso. Ciò deriva dal comportamento delle civette, che durante gli amori emettono continui gridolini e suoni lamentosi, in grado di attirare anche uccelli di altre specie.
    Grazie a queste abitudini "civettuole", alla civetta femmina sono attribuiti amori e improbabili mariti. In Romagna dicono che La zveta di marì l'ha n'ha du: l'aloch e e' ciù (La civetta dei mariti ne ha due: l'allocco e il chiù), anche se, poi, pare non si conceda a tutti: E' cânta nenca e' barbagiân, mo la zveta la ne vor a mân (Canta anche il barbagianni, ma la civetta non lo vuole tra le mani).
    Sul presunto amore tra la civetta e il chiù (l’assiolo), in Romagna c'è chi giura di aver sentito le loro parole, spiandoli nell'unico momento dell'anno nel quale si scambiano frasi d'amore, cioè durante la Pasquetta. Il marito: Me e te a sem du: te la zveta e me e' ciù (Io e te siamo due: tu la civetta e io il chiù), al quale la moglie risponde: Me e te a sem propi du: me la zveta e te e' ciù (Io e te siamo proprio due: io la civetta e tu il chiù).
    Il termine civetta, in senso figurato, può per questo indicare anche una donna di facili costumi, che suole star fuori di notte a divertirsi.
    Nel Bolognese gli Uc' ed zvètta (Occhi di civetta) era il nome volgare attribuito alle monete d'oro, mentre in altri luoghi il termine veniva esteso al due di denari delle carte da briscola.
    Per concludere, un cenno sull'origine del nome di quest'uccello, che in latino è Athene. Esso deriva da Atena, dea greca della saggezza, la quale aveva come simbolo la civetta, animale che i greci associavano alla chiarezza della sapienza. La dea diede poi anche il nome alla capitale greca, luogo dove le civette erano talmen,te diffuse che ancor oggi, per indicare un’azione stupida ed inutile, di dice Portare civette ad Atene.

    http://www.regione.emilia-romagna.it/agricoltura/pubblicazioni/bestiario/civetta.htm

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